Home Recensioni A Marzabotto inaugura il Festival Pennelli Ribelli, sotto l’egida del Comandante Lupo

A Marzabotto inaugura il Festival Pennelli Ribelli, sotto l’egida del Comandante Lupo

by anotherscratchinthewall

All’anagrafe era Mario Musolesi ma tutti, a Vado di Monzuno, lo conoscevano come Lupo. Comandante della nativa Brigata Partigiana Stella Rossa, operante nell’Appennino Tosco-Emiliano tra il ’43 ed il ’45, Lupo morì nel 1944, a 30 anni esatti, nella strage di Marzabotto.

A lui l’associazione di scopo Pennelli Ribelli ha dedicato la prima edizione dell’omonimo festival di Street Art, pensato per (e realizzato a) Marzabotto, per la sua storia durante la Resistenza e per il suo valore simbolico attuale. Ma facciamo un passo indietro: l’associazione Pennelli Ribelli nasce da un’idea di Alex Sabattini, Giulio Campana e Andrea Casciu che il 25 aprile 2018 lanciano la campagna Pennelli Ribelli, raccogliendo le adesioni di alcuni nomi significativi della Street Art italiana e coinvolgendo il Comune di Marzabotto, oltre a molte persone che vivono nell’alta valle del Reno.

Oggi, a distanza di qualche mese da quella data, Andrea Casciu, Guerrilla Spam, Ericailcane, Nemo’s, Collettivo FX e Kiki Skipi sono stati chiamati a realizzare, nell’arco di 10 giorni e con inaugurazione il 6 ottobre, alcune opere che, come raccontano gli organizzatori, hanno il duplice scopo di effettuare “sia la riqualificazione di fabbricati fatiscenti, già protagonisti della storia industriale della vallata, sia il lancio di un nuovo linguaggio dedicato alla memoria ed alla simbolicità di Marzabotto e delle sue frazioni, memoria attiva per apprendere e per valorizzare risposte positive e creative”.

Non è un caso che i primi protagonisti di questa operazione, muri su cui gli artistisonoandati a intervenire, siano le costruzioni presenti nell’area, quali ex cartiere, varie cabine Enel ed altri fabbricati dell’area. Le opere che gli artisti vi hanno lasciato sono tutte di grandi dimensioni e hanno l’obiettivo di creare segni forti, visibili a distanza e, quindi, caratterizzanti del paesaggio e della storia della vallata. “Marzabotto, il cui nome è fortemente evocativo, va alla ricerca di un linguaggio simbolico  – dicono gli organizzatori – e, per una volta, sceglie il linguaggio dell’arte per segnare, rilanciare, proporre nuove letture del paesaggio urbano, segnato dal passaggio di un’epoca industriale ormai conclusa”.

Il Lupo per Nemo’s

Il Lupo per Guerrilla Spam

Il Lupo per Collettivo FX

Il Lupo per Andrea Casciu

 

 

 

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