Viaggio a Brescia, dentro alla mostra “Alias: 25 anni di graffiti a Brescia (1986-2011)”

di Clara Amodeo

Chi è lettore incallito di questo blog ormai ha imparato a conoscerci: specie negli ultimi tempi, infatti, le nostre pubblicazioni si sono fatte sempre più diluite. I motivi sono tanti e, tra questi, ci sono senza dubbio i tanti progetti che stanno interessando Scratch da un po’ di tempo a questa parte. Menzione speciale, però, va fatta ai viaggi, che se da una parte tolgono tempo alle pubblicazioni d’altro canto donano importanti contenuti (oltre che scambi umani e interpersonali dal valore inestimabile) per i prossimi articoli.

È il caso del viaggio che, ormai lo scorso febbraio, abbiamo fatto a Brescia, capitale della cultura italiana 2023 assieme a Bergamo. Nei giorni delle celebrazioni, infatti, la città non si è solo tinta di luci, suoni e colori in occasione della Festa delle Luci di A2A, ma si è anche assistito al finissage della mostra “Alias: 25 anni di graffiti a Brescia (1986-2011)”. E proprio in quell’occasione, l’11 febbraio scorso, noi di Scratch siamo finiti allo spazio contemporanea di corsetto Sant’Agata 22 a Brescia per curiosare il giorno conclusivo dell’esposizione.

Ci abbiamo trovato Giovanni Gandolfi, in arte Gio123, che ci ha fatto da cicerone per la mostra, oltre che un’importante testimonianza della scena Writing locale degli ultimi 25 anni. Merito dell’incontro tra Graffiti Archivist Brescia e l’Associazione Culturale True Quality che – con il supporto di elementi audio, video e memorabilia – hanno creato un percorso in grado di guidare il visitatore attraverso il fenomeno del Writing, il suo rapporto con lo spazio urbano e le motivazioni che hanno spinto tanti ragazzi a investire tempo, soldi e passione per fare scritte sui muri. La rilettura dei circa tre decenni che hanno visto nascere e crescere questo movimento hanno poi avuto come fulcro le immagini e le testimonianze donate dagli autori stessi delle opere prese in esame, archiviate con perizia e passione all’interno del progetto Graffiti Archivist Brescia (https://brescia.graffitiarchivist.com).

Noi abbiamo avuto la fortuna di conoscere Marco Bonadei, in arte Bone, la mente dietro al progetto di archiviazione. A lui abbiamo rivolto qualche domanda.

Quando inizia il progetto Graffiti Archivist Brescia?

Il progetto Graffiti Archivist Brescia è stato concepito nel 2018, ma il sito web e la pagina Instagram sono stati pubblicati solo dopo due anni di lavoro, in concomitanza con il lockdown. Questo mi ha dato un po’ di tempo extra per dedicarmi al progetto!

Quali sono le necessità che ti hanno spinto a farlo: pura (per quanto fondamentale) catalogazione o c’è dell’altro?

Ho creato Graffiti Archivist dopo essermi reso conto che molto materiale riguardante il passato dei graffiti bresciani era stato dimenticato o era sconosciuto alle nuove generazioni, il che era un peccato! Poiché avevo già un buon archivio personale, ho deciso di ordinarlo, integrarlo gradualmente, cercare nuovi materiali e renderlo disponibile a tutti.

Cosa si trova in archivio? Solo Writing o Arte Urbana in genere? E da che anno a che anno?

L’archivio è nato come una raccolta di opere di graffiti-writing realizzate legalmente (o quasi) dalle origini fino a 10 anni fa, una data che viene quindi spostata di anno in anno.

Raccoglie lavori di artisti bresciani e di lavori realizzati sul territorio (anche da artisti non bresciani). Dopo aver riflettuto in occasione della mostra Alias del 2023, ho deciso che la legalità o illegalità di un’opera non farà differenza ai fini della divulgazione culturale, e ci saranno quindi nuovi upload interessanti. Attualmente, il progetto non riguarda la street art e l’arte urbana più generale (come la stencil art, la poster art, il muralismo, ecc.), ma non si può mai dire mai!

Ti sei ispirato al mondo editoriale delle fanzine? E, se sì, quali sono quelle, tue, di riferimento?

In realtà, non mi sono ispirato alle fanzine, ma ho avuto subito un’idea chiara di quello che volevo: semplicemente un archivio, un contenitore dove ogni materiale potesse essere classificato (e ricercato) per anno, autore e luogo. Ho quindi cominciato a riordinare il materiale che già possedevo, a cercarne altro e ho discusso con un informatico sulla fattibilità e la realizzazione del sito. L’esperienza come webmaster del sito Brixiafame nei primi anni 2000 è stata sicuramente utile, anche se concettualmente Graffiti Archivist è molto diverso: Brixiafame riceveva e pubblicava materiale contemporaneo, mentre Graffiti Archivist è un progetto di recupero, ricerca e analisi del passato.

Quando si parla di Golden Age in Lombardia si pensa soprattutto a Milano: quali sono i tratti distintivi della scena bresciana?

La scena graffiti a Brescia si è sviluppata in ritardo rispetto a Milano, che è sempre stata un faro per i writer bresciani. Nonostante sia una città di provincia, Brescia ha creato una scena molto vivace e ricca di stili particolari grazie probabilmente alla sua posizione sull’asse Milano-Veneto. In effetti è difficile parlare di tratti distintivi, c’è troppa gente matta da queste parti!

Da cosa nasce, invece, l’idea di partecipare alla mostra Alias? La concomitanza con Bergamo Brescia 2023 è casuale?

Da quando ho iniziato il progetto, molti mi hanno suggerito di organizzare una mostra, ma solo grazie al prezioso supporto di True Quality abbiamo potuto realizzarla. Dopo un anno di preparativi, che includevano riunioni settimanali, ricerca dello spazio adatto e progettazione dell’allestimento, siamo riusciti ad inaugurare la mostra il 13 gennaio 2023. La concomitanza con Bergamo Brescia 2023 è stata casuale ma fortunata, avremmo voluto aprire prima, ma non c’erano i tempi tecnici per farlo.

Qual è stata la risposta della città alla mostra? E, in generale, quale, nel tempo, l’approccio della città alla materia dell’Arte Urbana?

Sarà perché la mostra si è tenuta in un bellissimo locale nel centro della città (la galleria Spazio Contemporanea), sarà perché il tema della street art è molto in voga, ma la risposta del pubblico è stata al di là delle nostre aspettative. Ci aspettavamo una manciata di feticisti dei graffiti locali, invece abbiamo avuto una grande varietà di visitatori, tra cui studenti, insegnanti, giovani writer assetati di conoscenza, vecchi writer alle prese coi ricordi, genitori che cercavano di capire meglio i loro figli, amici di “quelli che fanno le scritte sui muri”, fotografi, critici d’arte, artisti, vandali e molte persone provenienti non solo da Brescia, ma anche da fuori. Come molte altre città, Brescia ha attraversato periodi di repressione e periodi di apertura nei confronti dell’arte urbana: dagli anni 2000 con associazioni come Brixiafame, di cui facevo parte, che organizzava jam e eseguiva commissioni qua e là, fino ad oggi con le attività di associazioni come True Quality, Yellow Fat e Artcore solo per citarne alcune, che promuovono eventi di writing, opere di nuovo muralismo e riqualificazioni urbane.

Quali sono i progetti di Graffiti Archivist per il futuro? Dove ti vedremo ancora?

Visto l’interesse ricevuto, ci saranno sicuramenti degli sviluppi e delle nuove attività, ma è troppo presto per parlarne!

Grazie a tutti!

Leggi anche:

Lascia un commento