C’è una linea sottile che divide il momento in cui il quartiere smette di essere semplice geografia e diventa cuore pulsante, riconoscibile nei suoi dettagli e nei suoi luoghi di incontro, di una città. Per chi, come me, abita Niguarda da 36 anni e dirige il giornale di zona, questi luoghi hanno un peso speciale: sono le radici, gli spazi della quotidianità, i punti di forza e – spesso – anche di fragilità.
Piazza Belloveso è uno di quei luoghi. Una piccola piazza che, per i bambini della vicina scuola elementare di via Passerini, è quasi un cortile allargato, mentre per gli anziani, grazie alla prossimità con la chiesa e i negozi di vicinato, è un rifugio di socialità. Un parchetto che raccoglie voci e vite diverse, spesso complesse, e che oggi, grazie a un intervento corale, ha ritrovato il suo splendore.

Il progetto di riqualificazione, promosso da Haribo insieme al Comune di Milano, ha restituito alla città una vera Happyland: nuove altalene, pareti d’arrampicata, scivoli e panchine, il tutto immerso in un contesto che parla di gioco, inclusione e condivisione. Ma ciò che rende davvero unico questo intervento è la firma di PAO.

Paolo Bordino – per tutti PAO – ha saputo trasformare la piazza in un immenso disegno calpestabile, un floor painting che avvolge il playground e lo collega ai suoi margini. Nuvole, bolle, forme zuccherine e riflessi lucidi creano un mondo sospeso, onirico, dove il quotidiano si fa meraviglia. È la sua arte: ironica, delicata, mai invadente, capace di intrecciare stupore e sorriso. Un’arte che non resta chiusa nei musei, ma si insinua negli spazi urbani, li cambia, li rende più nostri.
Camminare oggi a Piazza Belloveso significa muoversi dentro un racconto colorato, dove i passi diventano parte del disegno e i giochi dei bambini si intrecciano con le chiacchiere degli anziani sulle panchine. È un’esperienza collettiva, che restituisce dignità e leggerezza a uno spazio di quartiere.
