Derubricare il reato di imbrattamento da delitto (qual è adesso) a semplice contravvenzione. È questa la proposta di legge che, in queste ore, viene presentata presso la sala stampa di Montecitorio al fine di modificare l’articolo 639 del codice penale in materia di deturpamento e imbrattamento delle cose altrui. Una proposta che viene da lontano, e non dopo una serie di controversie ed eventi che, nel tempo, hanno visti protagonisti writer e street artist di tutto lo Stivale in quello che potremmo definire un vero e proprio “pasticciaccio” in salsa italica.
Domenico Melillo
Street Art fuori dal Tribunale. Ma questa volta è tutto legale (e per una buona causa)
Per la prima volta nella storia, la Street Art entra in un Tribunale italiano senza passare dal banco degli imputati. A Milano, infatti, l’avvocato-writer (nonché avvocato dei writer) Domenico Melillo in arte Frode ha realizzato lo scorso 1 dicembre il primo live painting autorizzato fuori dal palazzo di giustizia. Una tela, tante bombolette.. e l’abito di ordinanza.
La Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione ha rigettato le richieste della Procura Generale di Milano e ha definitivamente prosciolto l’indagato. Così si è chiusa, martedì 5 aprile, la lunga vicenda giudiziaria di Manu Invisible, writer di origini sarde il cui caso è stato il primo nella storia italiana del movimento a essere passato per i tre gradi del giudizio previsti dalla nostra legge. Una grande conquista, di cui possono andare fieri l’avvocato difensore Giuseppe Quaglia e il legale Domenico Melillo: il primo l’ha assistito in Cassazione, il secondo in tutti e tre i gradi. Con una particolarità: Melillo non è “solo” un avvocato ma anche (e anche lui) un writer.