L’uomo con i suoi sogni, l’uomo con le sue paure, l’uomo con la sua storia. Sul finire del Quattrocento era normale imbattersi nell’artista ossessionato dall’antropocentrismo, genio rinascimentale intriso della cultura umanistica di Pico della Mirandola, Leon Battista Alberti e Leonardo. Ma si dà il caso che, oggi, il pittore che mette l’uomo al centro della sua riflessione artistica sia un 41enne che si aggira per il mondo indossando un cappellino verde militare e dipingendo su tele bianche figure umane stilizzate e rigorosamente nere. David de la Mano può essere considerato, insomma, un Leonardo dei giorni nostri, che scruta l’uomo e la sua relazione con la realtà per trasportarla in opere a metà tra l’incubo e la fiaba, tra la fragilità e la malinconia. Ce ne dà un assaggio in “Latitude”, la nuova mostra che inaugura oggi alla galleria Wunderkammern di Milano e che resterà aperta fino al 21 gennaio 2017.