È una vigilia di Natale un po’ insolita quella che stiamo vivendo a Milano. Dopo la strage dei mercatini di Berlino, ma soprattutto dopo che Anis Amir, il killer fautore di quella stessa strage, è stato scovato quasi per caso e ucciso a Sesto San Giovanni, l’allerta in città è alle stelle. Da quel 19 dicembre, infatti, il Comune ha deciso di installare nei punti più “sensibili” file di jersey, le barriere anti carro in cemento armato che dovrebbero servire come misura anti sfondamento nel caso si ripetesse un attacco simile a quello della capitale tedesca. Un’azione spiacevole, quasi invasiva, ma che è stata resa meno dura dall’azione rigenerante degli street artist.
cento muri liberi
E io che credevo che la divisione tra buoni e cattivi fosse finita con il pamphlet “Facciamo bella la nostra città” del Comune di Milano in collaborazione con Atm. A Cinisello Balsamo, Città Metropolitana di Milano, ci sono ricascati, al punto che a decidere se un writer farà o meno parte dell’esercito del Male ci penserà una tessera, la “writer card”, che rientra nel regolamento sui muri liberi votato all’unanimità, lo scorso 1 luglio, dal consiglio comunale. Secondo quanto deciso, infatti, saranno writer solo quelle persone che avranno il patentino e, soltanto loro, potranno lavorare su alcune tipologie di muri messi a disposizione dall’amministrazione comunale.
#StreetForum Nel nostro movimento non esistono filosofie vincenti o perdenti a priori
Il rischio per chi fa arte, di strada soprattutto, è quella che si giochi al gioco del “chi ce l’ha più lungo”. “Che sucker quelli che fanno cose legali”, dice il bomber che sfida l’autorità. “Che sfigati quelli che fanno ancora underground”, dice l’hipster al caldo della sua galleria. Rilassiamoci, tiriamo un sospiro e fermiamoci a guardare l’opera: quella, e solo lei, potranno dirci se un artista può davvero essere riconosciuto come tale, al di là dell’abito che indossa. La parola a Rendo.
Sono trascorsi tre mesi, e più che di acqua è il caso di dire che ne è passata di arte sotto i ponti. Mi riferisco ai cento muri liberi, il progetto che ha preso vita a Milano lo scorso 19 giugno grazie al lavoro dei consiglieri comunali Emanuele Lazzarini e Paola Bocci e che ha permesso a writer e street artist, vecchie glorie e neofiti, di potere lavorare su murate storiche senza il rischio di incappare in sanzioni. Passato l’iniziale momento di assestamento, è ora giunto il tempo di fare i primi bilanci, tra disavventure, reunion, apprezzamenti, critiche e considerazioni sul futuro.