MisterCaos, Marco Cerioli e Davide Tolasi questa volta l’hanno fatta proprio grossa. È successo a Cremona, lo scorso 5 novembre, dove è stato inaugurato “Concordia – Insieme per gli SDG 2021”, opera che si inserisce nella campagna #InsiemepergliSDG promossa, tra gli altri, dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e realizzata in partnership con FAO, CIHEAM Bari, Commissione Europea, UN SDG Action Campaign e Save The Children Italia.

E se stavate pensando “tanta roba”… beh, c’è molto di più. Il murale, realizzato con pitture minerali a effetto fotocatalitico by Keim e con i suoi 1200 metri quadrati (di cui 400 m lineari e 2,5 m di altezza variabili), segna, infatti, un nuovo, importante risultato: diventare l’opera di Urban Art mangia-smog più grande d’Europa realizzata con pitture Keim. Inoltre, “Concordia – Insieme per gli SDG 2021” si configura come un’opera di arte partecipata poiché realizzata insieme agli studenti dell’Ente Scuola Edile Cremonese – CPT, del Liceo Artistico Stradivari, del Centro Fumetto “Andrea Pazienza”, di Skarti d’Autore, Cosper e Nazareth.
Un totale di oltre 70 ragazzi che, insieme agli artisti e sul lato sud della recinzione dell’area fieristica di Ca’ de’ Somenzi di Cremona, hanno deciso di focalizzarsi sull’Obiettivo 17 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: Partnership per gli obiettivi – Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile. Una scelta curatoriale, progettuale e iconografica quanto mai in linea con il focus dell’intervento, sinonimo di collaborazione, in virtù del senso di cooperazione quale è la campagna #InsiemepergliSDG.

Non è dunque un caso che “Concordia – Insieme per gli SDG 2021” si configuri come un’opera il cui storytelling richiama l’intesa e la concordanza necessarie al raggiungimento dei 17 Goal dell’Agenda 2030, oltre che la necessità di agire per tempo. Soggetto principale del muro è infatti una successione di 17 coppie di mani, ritratte nell’atto di stringere saldamente una corda e poggiate su una texture di parole valoriali intrecciate, annodate e sovrapposte tra loro con un gioco di chiaroscuri. L’insieme restituisce l’idea di una rete sinergica tra le mani (sineddoche per indicare gli esseri umani) e la corda (metafora delle relazioni).
Questi elementi, insieme ad altri e vari dettagli pittorici sul tema della “concordia”, fanno da sfondo – o meglio, da solido sostegno – al verso poetico, chiaro e incisivo, dell’artista MisterCaos “Se non lasciamo futuro saremo passati per niente“, che si conclude proprio dove termina il muro. Un messaggio forte per l’oggi ma, soprattutto, per le generazioni a venire. E così, proprio come i ragazzi cremonesi dipingono le mani dei loro coetanei, così tutti noi dobbiamo adoperarci per applicare buone nuove abitudini di sostenibilità per far di nuovo respirare l’intero pianeta.
Non solo: a dare ulteriore forza al risultato finale è il fatto che tutto il lavoro di ricerca e di pre-produzione dell’opera sia frutto di un lavoro sinergico processo condiviso tra gli artisti gli e gli alunni dell’Istituto d’Istruzione Superiore Antonio Stradivari di Cremona i quali, oltre ad avere posato per la realizzazione delle mani dipinte, hanno anche curato la ricerca semantica delle parole che compongono la texture dell’opera e la produzione delle immagini fotografiche usate per la realizzazione finale.

«Studiando a fondo l’agenda 2030 – raccontano gli artisti – abbiamo capito che mentre i primi 16 obiettivi ci dicono quali emergenze vanno affrontate, il 17esimo ci propone come farlo, ovvero attraverso la partnership. Ed è proprio questo aspetto che ci ha folgorato e convinto a sviluppare tutto il nostro lavoro su questo tema. L’obiettivo è in realtà rivolto a Stati e Istituzioni, ma noi abbiamo voluto portarne il contenuto a una dimensione più vicina a tutti noi, evidenziando come l’operato di ognuno sia indispensabile. Per farlo, abbiamo dipinto i 144 pannelli che compongono il murale in modo che visti da vicino risultino astratti e indipendenti gli uni dagli altri, mentre, allontanandosi e osservando l’opera da un’altra prospettiva, il disegno si compone e l’intera rappresentazione diventa chiara e suggestiva. È metaforicamente come per le tematiche evidenziate dall’agenda 2030: non possono essere risolte concentrandosi sul singolo problema di un singolo obiettivo, ma è invece indispensabile affrontarle da una prospettiva sistemica, complessiva, globale».