Quando vado alla scoperta di qualche nuova città ci sono un paio di blog che spulcio, e il suo è senza dubbio uno di questi. Quando cerco informazioni su festival o artisti, il suo sito è sempre quello che compare tra i primi della ricerca dopo avere inserito qualche parolina magica su Google. Quando voglio saperne di più, con un racconto per messaggio o con un CS da pubblicare, so che posso fare affidamento su di lei. Quando decido di pubblicare le foto social su una città mai visitata prima, lei ne ha sempre una sfilza da smistare, con tanto di descrizione e commento a lato.
Per fortuna, da oggi, quando vorrò anche sfogliare una guida turistica, soprattutto in versione Art Edition, della città di Parigi, la sua sarà l’unica su cui cadrà la mia scelta. Lei è Giulia Riva, meglio nota come Giulia Blocal, spacciatrice ufficiale di informazioni travel (e non solo) a tema Arte Urbana e partner in crime quando si tratta di divulgare duro. E il suo nuovo libro è “As Seen on the Streets of Paris”.
Del suo progetto abbiamo più volte accennato, senza tuttavia mai parlarne in maniera approfondita: rimediamo volentieri adesso. Dal 2011, Blocal è un blog indipendente di Street Art che, nel tempo, è stato media partner di importanti festival in tutta Europa e con cui Giulia ha portato avanti altri progetti collaterali, primo tra tutti i suoi Street Art Tour privati e su misura in giro per la sua città (Roma). Giramondo per antonomasia, e forte di un progetto con così tanta credibilità, nei suoi viaggi Giulia Blocal è sempre stata immersa fino al collo nella realtà Urban della sua meta, fino a piantarvi radici che l’hanno spesso portata a vivere e lavorare in quella stessa città.
Finché nel 2023 è arrivata la svolta: realizzare una guida cartacea in due versioni (un libro d’arte, edizione rilegata stampata su carta di alta qualità, perfetta per gli amanti dell’arte, e una guida di viaggio, versione portatile in formato A5 con carta leggera, ideale per chi esplora a piedi la scena urbana parigina), per permettere a chi l’acquisterà di abbracciare i suoi stessi valori di autenticità e di esperienza local in viaggio. Ed eccoci giunti a “As Seen on the Streets of Paris”, primo volume della serie “As Seen on the Streets of…”, un libro che combina sapientemente la profondità di una guida di viaggio con la bellezza visiva di una collezione di fotografie artistiche offrendo una prospettiva unica sulla street art a Parigi. Il volume è infatti impreziosito da oltre 250 fotografie di Paolo Giannotti e le testimonianze di 13 street artists parigini per un vero e proprio viaggio nel panorama artistico urbano della capitale francese. Non solo. La serie “As Seen on the Streets of…” proseguirà nel 2025 con nuove edizioni dedicate ad altre grandi capitali della street art, tra cui Londra, Atene, Madrid, Roma, Lisbona e Berlino: ogni libro metterà in luce le scene artistiche urbane distintive di queste città, mescolando prospettive locali con narrazioni visive accattivanti.
Non potevo non scambiare con lei due chiacchiere su questa bella novità targata Blocal.
Quanto tempo ci hai messo per realizzare l’intero progetto?
L’idea di unire viaggi e libri mi è venuta la scorsa estate, quando ho saputo che sarei tornata a Parigi per il matrimonio di mia cugina a fine anno. Da un po’ di tempo sentivo il bisogno di ampliare il progetto del blog, non solo per affrontare nuove sfide, ma anche per aggiungere qualcosa di più concreto e tangibile, meno digitale. Nei primi mesi mi sono concentrata sulla ricerca, sia per definire la struttura del libro che avevo in mente, sia per organizzare sei passeggiate urbane con i lettori del blog, che si sono svolte a inizio anno. Questi tour, ribattezzati dai partecipanti “street art marathons” per il ritmo intenso — dalle 10 del mattino fino a sera — sono stati il lato crowdfunding del progetto. Durante le esplorazioni abbiamo scattato molte delle foto che ora sono nel libro. Essendo un progetto indipendente e autoprodotto, questi tour mi hanno aiutata a coprire una piccola parte delle spese per portare avanti il lavoro. Dopo le passeggiate, io e Paolo (il mio ragazzo e fotografo del libro) ci siamo fermati qualche giorno in più a Parigi per scattare altre foto. Nei mesi successivi mi sono dedicata ai testi e alle interviste con gli artisti e ad aprile è iniziata la fase di impaginazione. Una volta finita questa fase, ci siamo occupati dell’editing e della revisione delle bozze, fino al ricontatto con gli artisti per verificare che tutto andasse bene. Questo è il processo che c’è stato dietro ai viaggi di Parigi, Madrid e Atene. Londra, invece, è stata un’esperienza diversa: lì sono rimasta quasi due mesi e ho potuto fare quasi tutte le interviste dal vivo, che come sai è meglio perchè vengono molto più fluide e naturali. Paolo è venuto a Londra per tre settimane per scattare le foto, e in una di quelle settimane abbiamo organizzato le passeggiate con i lettori del blog. Per ora devo ancora scrivere tutti i testi, ma ho già lavorato alle interviste: sul blog trovi quella con RUN, anche se il testo per il libro sarà diverso (alcune parti, come il suo rapporto con Londra, saranno esclusive del libro, mentre altre, come i racconti sulla nascita della street art in Italia con BLU ed Ericailcane, sono già disponibili gratuitamente sul blog).
– Quali sono le città totali della collana?
Non c’è un limite, voglio raccontare la scena urban di tutto il mondo! Nel 2024 siamo stati a Parigi, Madrid, Londra e Atene, l’anno prossimo oltre a rifare alcuni di questi viaggi mi piacerebbe aggiungere Lisbona e Berlino. In futuro, mi piacerebbe fare qualche città degli Stati Uniti, New York di sicuro, e ovviamente il Sud America, dove il muralismo ha tutto un altro approccio.
– Come mai questo titolo? È per dare “autenticità” è un’idea di ricerca sul campo, in prima persona?
No, non è tanto per una questione di “autenticità,” ma per trasmettere l’idea di uno specifico intervallo temporale. Come sai, le opere in strada non sono come i quadri nei musei, che restano immutati nel tempo: sono in costante trasformazione. Alcune svaniscono, altre vengono sostituite, e altre ancora invecchiano. Il titolo suggerisce proprio questo: è quello che abbiamo visto nelle strade di Parigi in un momento preciso. Se percorri lo stesso itinerario un anno dopo, alcune opere non ci saranno più, altre saranno cambiate, e magari ne troverai di nuove. Le nostre fotografie catturano quell’attimo, quel particolare momento. Questo approccio si riflette anche nella scelta degli artisti inclusi. Ci sono nomi parigini di importanza storica per il movimento, come Blek Le Rat, Jef Aérosol o JR, ma la loro rilevanza, oggi, non sempre è visibile nelle strade, nel senso che: la loro importanza storica non è rispecchiata dal numero di opere presenti. Ad esempio, quando ho incontrato Blek Le Rat durante una conferenza organizzata da Inward a Roma, mi ha detto che non c’era più nulla di suo nelle strade di Parigi. Questo mi ha spinto a concentrarmi su ciò che era effettivamente presente in quel momento, piuttosto che sull’importanza storica. È da qui che nasce il titolo “As Seen on the Streets of Paris.” Naturalmente, nel libro c’è anche una sezione dedicata alla storia e ai pionieri della street art, per riconoscere il loro contributo fondamentale. L’idea di raccontare ciò che ho visto in un momento preciso non esclude l’importanza di artisti come Blek Le Rat, Jef Aérosol o JR, ma mira a integrare il presente con il contesto storico che l’ha reso possibile. È un modo per bilanciare la narrazione tra ciò che esiste ora e le radici che hanno gettato le basi per l’evoluzione del movimento artistico.
– A chi si rivolge un libro/guida di questo tipo?
Durante tutte le fasi della creazione del libro, ho sempre avuto in mente come fruitori ideali le persone che seguono il mio blog dal 2011. Si tratta, da un lato, di viaggiatori curiosi, desiderosi di vivere un luogo come farebbe un local, e, dall’altro, di abitanti che vogliono scoprire il significato, le storie, e i personaggi dietro i murales, la street art e i graffiti che vedono ogni giorno sui muri della propria città. Progettare il libro pensando a loro è stato, in un certo senso, naturale. Non solo perché da anni dialogo con questo pubblico, ma anche perché alcuni di loro erano con me a Parigi durante le esplorazioni. Questo mi ha permesso di osservare dal vivo quali quartieri, opere ed esperienze li hanno affascinati di più. Queste osservazioni si sono rivelate preziose quando è arrivato il momento di fare delle scelte su cosa includere nel libro e cosa lasciare fuori. Un’altra scelta fondamentale riguardo al destinatario dell’opera l’ho dovuta fare a luglio, quando ci siamo resi conto che il libro, così come lo avevamo immaginato — con tante pagine, moltissime foto, e carta di alta qualità per valorizzare le immagini — avrebbe avuto un costo sostenuto. E così abbiamo deciso di creare due versioni del libro per due pubblici diversi. Oggi, se mi chiedi chi sono i destinatari del libro, ti rispondo così: il coffee-table book, stampato su carta di alta qualità, è più simile a un libro d’arte o un catalogo e sarà apprezzato dagli amanti dell’arte, da chi colleziona libri; la versione pocket, invece, è più compatta e pratica, pensata come una guida di viaggio da portare con sé, per chi ama esplorare la città a piedi. In questo modo, il progetto riesce a parlare a due pubblici distinti, offrendo a ciascuno ciò che cerca.