Dr.Avallo, la nuova opera di Ozmo a Milano

di Clara Amodeo

È ormai sempre più raro che Ozmo torni a Milano. Ma quando accade, lo fa sempre in grande stile. Proprio come è successo il 30 giugno scorso quando, noncuranti della pioggia battente, ci siamo ritrovati assieme all’amica Simona, alle ragazze di Patù | Art+Adv e tanta altra bella gente nell’area del backstage degli I-Days Milano Coca-Cola a disvelare la nuova opera dell’artista, il tutto a pochi passi dal pit della prima e unica data italiana di Travis Scott (non a caso il progetto, perfetto mix tra arte figurativa e musica, è firmato Live Nation).

“Dr.Avallo” è il titolo dell’opera site-specific di Ozmo: il murale, ispirato da un dipinto di Vittore Carpaccio, raffigura un essere umano in sella a un cavallo che  lotta contro un drago. Un lavoro che può essere letto attraverso la lente interpretativa di Carl Gustav Jung: il drago, infatti, rappresenta l’inconscio e la figura senza testa del cavaliere dai lunghi capelli suggerisce un soggetto femminile che invece di ucciderlo, tenta di addomesticarlo.

E così, come spesso accade, Ozmo gioca con i simboli e i significati: il drago, per esempio, è un rimando al San Siro di Genova, nel luogo che fa riferimento al San Siro di Milano. Cita, dipingendo con maestria, un capolavoro del Rinascimento italiano, ma allo stesso tempo lo ‘vandalizza’ con il suo ormai tipico tratto fluorescente rosso di un’enorme bomboletta spray.

Ma è solo aguzzando la vista che si possono scorgere alcuni elementi che, a un primo distratto sguardo, possono passare inosservati: il morso del cavallo, infatti, è decorato con il simbolo della pace, a dimostrazione che l’assalto non vuole essere violento e che l’artista riflette sulla contingenza del periodo che stiamo vivendo, flagellato dalle guerre, lanciando così un disperato allarme e una richiesta chiara. D’altro canto, il drago che viene trafitto non è passivo ma, al contrario, si lascia andare a un pianto disperato immortalato in una lacrima che scende dall’occhio, per dimostrare, ancora una volta, che anche i draghi, quelle figure maligne che la storia dell’uomo ha sempre dipinto come malvagi e forieri di violenza, possono soffrire.

“Dr.Avallo” non si limita dunque a decorare uno spazio, ma lo trasforma, lo arricchisce e lo rende unico. Trasmuta il muro in un palcoscenico per una storia senza tempo che invita l’osservatore a esplorare i simboli, cercare significati nascosti e riflettere sulle proprie interpretazioni, si fa  specchio che riflette la nostra immagine, i nostri pensieri, le nostre emozioni.

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