Si è appena conclusa la quarta edizione di Poli Urban Colors 2023, il Festival di Design Urbano tra i più importanti d’Italia, che quest’anno si è svolto, ancora una volta, dal 12 al 18 maggio nel Campus Leonardo del Politecnico di Milano, uno dei fulcri della vita studentesca e creativa della città. Una settimana all’insegna dell’arte e della convivialità che ha riempito di colore, cultura, musica e momenti di socialità il quartiere. Il Festival, ideato e curato, come sempre, dall’artista Luca Mayr, e promosso dall’associazione studentesca Svoltastudenti, con il patrocinio del Comune di Milano, ha regalato alla città 2.000 mq di nuove opere d’arte permanenti. Per il secondo anno consecutivo, la kermesse artistica si è tenuta fuori dallo storico sito del Campus Durando del Politecnico di Milano, nel quartiere Bovisa. Per una settimana, il quartiere universitario di Città Studi ha cambiato volto, attirando la comunità studentesca e non solo in una grande festa dedicata alla scoperta e alla celebrazione della cultura dell’Arte Urbana, toccando tutti gli aspetti legati al mondo urban, dalla musica alla graffiti art.
La quarta edizione del Festival ha regalato, ancora una volta, 25 interventi di Arte Urbana a opera di altrettanti artisti provenienti da tutto il mondo, e diversi momenti di aggregazione frutto di una scelta curatoriale ispirata e profondamente legata al contesto studentesco di Città Studi: dai workshop per gli studenti alle session di urban art, e ancora laboratori per diffondere la cultura dello skateboard, djset di musica e talk che hanno visto sul palco ragazzi e istituzioni per discutere e confrontarsi sulle politiche giovanili della città, dalla promozione dell’arte e della cultura alla riappropriazione degli spazi urbani fino alle difficoltà dei fuorisede alle prese con il caro affitti.
Coerente con lo spirito che, da sempre, anima il Festival, anche quest’anno la kermesse ha visto il pieno coinvolgimento di tutta la comunità locale, studentesca e cittadina insieme, nel segno dell’arte e della partecipazione attiva alla vita della città e in dialogo con il territorio. Molte e variegate le opere che Poli Urban Colors 2023 ha lasciato al quartiere per rinfrescare il contesto urbano, nel pieno spirito dell’Urban Art. Sono il frutto del lavoro di artisti che da anni collaborano con il Festival e degli studenti che in questi giorni si sono cimentati in attività di live painting. Quasi 2.000 mq di nuove opere, da piazza Leonardo da Vinci a via Colombo, hanno fatto così da scenografia alla grande kermesse. Protagonisti i grandi artisti che hanno fatto la storia del graffitismo, alcuni dei pionieri del writing underground a Milano che nella metà degli anni ’80 portarono il movimento in Italia. Tra questi Rancy, SoloMostry, Spice, Bang CKC, Fosk, Caribes, ma anche Zombie da Londra, l’artista peruviano KozDoz e molti altri.
Rancy, proseguendo l’opera iniziata l’anno scorso, ha realizzato una bocca femminile che strizza l’occhio al linguaggio iconico della Pop Art e che viene attraversata da un’onda vibrazionale: si tratta di una cifra stilistica che, ormai da anni, si ripete nelle opere dell’artista milanese ed è il frutto di un percorso artistico e di ricerca che vuole rappresentare la vibrazione armonica dell’essere che, una volta raggiunta la propria consapevolezza, si trasmette al mondo. Insieme a Spice, poi, Rancy ha realizzato anche un lettering che, aggregato nella palette colori, riporta in ogni caso lo stile inconfondibile di ognuno dei due artisti. Inconfondibili sono anche i puppet di Zombie, che per Poli Urban Colors ha deciso di riproporre il suo iconico character decorato dal simbolo dello yin e yang, base della filosofia Taoista secondo cui qualunque cosa ha un suo opposto, non assoluto, ma in termini comparativi. Tutte incentrate sull’arte, invece, sono le opere di Prosa (che mette al centro tanto il teatro, con il simbolo della maschera, quanto la musica, riprodotta dallo strumento della tromba), di Koz Dos (che parla della musica come elemento in grado di unire culture diverse attraverso l’armonia del colore e dell’arte) e della TMACD Crew (che sul muro assegnatole rappresenta un clown che regge tra le dita un fat cap, l’iconico ugello che non può mancare a qualsiasi bomboletta spray che viene usata dai writer per dipingere). Infine, Fosk realizza una delle sue iconiche strutture meccaniche che da un centro si irradiano, con movimento centrifugo, verso l’esterno, cerando un vortice di movimento e di colore.
L’edizione di quest’anno del Festival ha visto la scelta cromatica dell’arancione, simbolo dell’energia del movimento giovanile, ma anche stimolo alla nuova vita del quartiere nel segno dell’arte e del gesto creativo, capace di trasmettere vitalità, forza e creatività a tutta la città. Una grande kermesse che, come da tradizione, ha radunato nella stessa piazza studenti, cittadini e artisti del writing e della storia milanese dei graffiti, resa possibile anche grazie al contributo di Clash Paint e delle pitture al quarzo per esterni di Univer fornite da Color Expert, rete distributiva del Gruppo PPG in Italia.
“Per il quarto anno, Poli Urban Colors si conferma uno straordinario incubatore di energie e un importante momento di aggregazione per la città di Milano, capace di attirare non solo tutta la comunità studentesca, ma di aprire un dialogo vivace e uno scambio con l’intera cittadinanza”, afferma Luca Mayr, curatore e direttore artistico del Festival. “Attraverso l’arte, e in particolare il fermento insito nella urban art, vogliamo stimolare un senso di partecipazione attiva alla vita della città e una riappropriazione del quartiere, regalando anche opere di grande valore artistico a uno degli storici quartieri di Milano. Dopo la pandemia da Covid-19, già dall’anno scorso siamo entusiasti di regalare momenti di svago per gli studenti e per tutta la cittadinanza in questo che ormai è diventato un appuntamento molto atteso, capace di unire le idee di artisti, studenti e cittadini all’insegna della valorizzazione del territorio”.