Dopo l’ultima esposizione datata 2018, l’amico Manu Invisible torna alla altrettanto amica galleria KeyGallery di Milano con una nuova mostra personale, capace di raccontare la nuova poetica dell’artista, e dal titolo, più che mai evocativo, “SPOTLIGHT – Un’illusione, chiamata luce”. Fino al 12 dicembre 2022 sarà infatti possibile ammirare, nella location isolana, 20 tele di diverse dimensioni (più altri contenuti creati apposta per l’occasione), la cui tematica portante è quella della luce, intesa sia come faro di verità sia, nei casi più eccessivi, di abbaglio, illusione e di distorsione della realtà.
Non a caso, per l’occasione Manu realizzerà negli spazi espositivi un’opera di anamorfismo, tecnica già usata dall’arista nella sua produzione muraria e specchio della distorsione di un’epoca (la nostra) assai contrastante: la realizzazione dell’opera, che precederà l’inaugurazione della mostra, interesserà l’intera white cube della location, inondandola dei toni della scala dei grigi con un tocco di colore arancione e, qui, si diffonderà a macchia d’olio.
Non solo. Per l’occasione, Manu Invisible, il curatore della mostra Massimo Gianquitto e la proprietà della galleria proporranno ai presenti una serie di contenuti, fruibili in loco e non solo, che accompagneranno l’esposizione fornendo ulteriori spunti di riflessione. Un NFT con una tiratura di 5 copie che uscirà il 24 novembre sulla piattaforma OpenSea, una breve video proiezione con work in progress delle tele presenti in mostra arricchito con piccole pillole di interviste, il libro monografico “Spotlight” edito da New Icon, curato da Massimo Gianquitto e presente in 100 copie che verranno autografate dall’artista e alcune stampe inedite di Manu Invisible in tiratura limitata.
Come spesso accade quando c’è di mezzo KeyGallery, ho avuto ancora una vola il piacere di chiacchierare con Manu sulla sua esposizione milanese (e dopo un bel pezzo che non succedeva).
Manu, che cosa troveremo in mostra alla KeyGallery? E perché questa scelta?
Questa mostra fa parte di una ricerca legata alle tele, mentre i materiali usati sono pressoché gli stessi che uso su facciate e cavalcavia (spray e smalti). Eppure, a livello poetico la ricerca del messaggio è traslato: se sulle pareti scelgo delle tematiche sociali, in questo tipo di mostra ho optato per approfondire la tematica legata alla luce e all’abbaglio come metafora di vita. Del resto, l’elemento luce nei miei lavori è sempre presente, almeno negli ultimi 10 anni di ricerca, perchè sono sempre stato attirato da quello che è un elemento che riconduce alla realtà. Pertanto, ho ripreso questo concetto legato e ho pensato di forgiare un discorso legato alla percezione psicologica della luce di ognuno di noi, vertendo così su temi quali verità, credenze e illusioni. La scelta è quella di non usare più una raffigurazione realistica e tautologica ma di evolvere lo stile verso l’astratto, tenendo un contenuto concettuale.
Ci sarà anche un intervento site specific e anamorfico: cosa vi realizzerai? L’operazione ha senso nel contesto della mostra (ossia, dialoga con la mostra e lo spazio in cui è inserita)?
L’anamorfismo che realizzerò riporterà proprio la parola “Spotlight”: girerò l’immagine sulla scala dei grigi e metterò un tocco di colore sull’arancio che si diffonderà a macchia d’olio. È uno dei pochi contenuti anamorfici che ho realizzato su spazi interni, pur essendo un tipo di tecnica che da diverso tempo sviluppo in esterno, anche su contesti difficili. Qui si svolgerà su tanti livelli di profondità: il primo è il pilastro portante al centro della galleria, che è anche simbolico, poi l’immagine evolverà in profondità sbattendo prima sul condizionatore e poi sulla parete sopra, poi sulla cornice della porta e sulla porta stessa, su parte dell’infisso della finestra a sinistra e parte della parete su cui sono poggiare le opere di FlyCat, oltre che parte del soffitto. Sarà un intervento che imballerà l’ambiente circostante. Non lo farò dal vivo perché ho scelto, durante l’inaugurazione, di dialogare con chi passerà, a differenza di quanto avevamo già fatto assieme alla prima mostra a Milano nel 2018 quando feci un live painting in galleria.