Allo Studio Museo Francesco Messina apre INSIDE, la prima personale degli Orticanoodles

di Camilla Castellani

Negli ultimi 5 mesi il mondo, soprattutto quello dell’arte, si è fermato per un po’: artisti e curatori hanno lavorato e gestito i “cantieri” a distanza con un fortissimo esercizio di pazienza, mentre aperture e chiusure confondevano un po’ tutti. Eppure, dopo mesi di silenzio (non senza qualche erroraccio nei conteggi), la Lombardia è finalmente tornata in zona gialla AKA sono ricominciati i primi annunci da parte di musei, gallerie e spazi espositivi circa disposizioni e novità. Tra i luoghi dell’arte che stanno riaprendo le loro porte a visitatori e curiosi c’è anche lo Studio Museo Francesco Messina che, a partire da domani e fino al 28 febbraio, presenta “INSIDE”, la prima personale del collettivo Orticanoodles, con la curatela di Alice Cosmai e Sara Molho, visitabile dal martedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 17:30 (ultimo ingresso alle 17) senza obbligo di prenotazione.

In occasione dell’inaugurazione di “INSIDE” – aperta oggi dopo mesi di stand by – Scratch ha fatto due chiacchiere con Wally degli ON.

INSIDE è la vostra prima personale. Cosa significa per gli Orticanoodles esporre in un museo?

INSIDE nasce da una lavorazione interna allo studio mentre tutti conoscono Orticanoodles al di fuori dello studio. La produzione è nata spontanea, quasi tutta in modalità notturna e in parallelo all’attività che tutti conoscono. Per ampliare la nostra ricerca, nel corso degli anni, dell’avvicinarci e avvicendarci alle istituzioni, abbiamo chiesto loro di avere uno spazio in cui esporre queste scaglie di Orticanoodles.

Vi conosciamo come collettivo di street artist. Vi vediamo all’opera sui muri delle città, Milano in particolare: come cambia la creatività da un contesto urbano ad uno spazio espositivo? Possiamo ancora parlare di “Street Art” o è un’attitudine differente?

La mostra INSIDE è una mostra molto introspettiva e molto personale quindi cambia completamente i codici per poter decifrare le opere che sono meno politically correct, meno sociali ecco. Sono opere più personali che nascono da analisi interiori: si modifica la fruizione e il valore dei significati delle opere pur non mutando gli elementi perché anche INSIDE – come i nostri lavori outside – analizza il rapporto tra l’uomo e l’urbano ma anche fra l’uomo e la natura (sono ricorrenti dettagli come i fiori, ad esempio). Per cui uguali elementi ma diversi messaggi, esattamente come succede dentro di noi, no? Ognuno di noi fornisce una visione di qualcosa che poi in realtà dentro di sé può essere totalmente differente. Possiamo ancora parlare di “Street Art”? No, direi che è un’attitudine differente. Non è Street Art perché è dentro ad un museo e sono delle opere – di grande formato – su legno quindi che si rifanno ad un’accezione più classica della fruizione in un’ottica però più contemporanea.

Nella produzione di INSIDE vi siete confrontati con i lavori di Francesco Messina. Che cosa vi ha colpito di più delle sue sculture? Avete riletto le opere in una chiave più di “dialogo” o di “rottura”?

Questa mostra fin dall’inizio è stata pensata per la Casa Museo Francesco Messina. Siamo stati indirizzati dalla Direzione Cultura alla Direzione Musei e abbiamo voluto fare una personale che fosse site specific, esattamente come le produzioni che facciamo solitamente: anche INSIDE quindi è pensata in relazione con le opere di Messina. La cosa che colpisce di Messina è l’anti-materia: lui crea sculture leggerissime in bronzo e con una massa molto forte in gesso, per cui supera e scavalca i materiali: è ideale per portare emozioni diverse e messaggi articolati. Ha una capacità di trasferire una femminilità articolata e leggiadra nelle sue sculture. I lavori di INSIDE dialogano con quelli di Messina, soprattutto con il colore: alcune opere sono di rottura quindi cercano di interpretare in modo diverso stessi temi o trattarli da punti di vista diversi, altre invece sono pertinenti con il l’artisticità di Messina. Il trait d’union è l’allestimento – pensato insieme a Maria Fratelli – che è strettamente connesso con la produzione dell’artista. Un gioco di sezioni auree, ma non sveliamo troppo!

L’arte partecipata è un’attività spesso protagonista dei vostri interventi a cielo aperto: è stato così anche per INSIDE? Piccolo spoiler per Scratch su nuovi progetti in cantiere?

INSIDE non ha arte partecipata ma è realizzata interamente dal collettivo. Piccolo spoiler per Scratch? Il concetto di INSIDE vuole presentare per la prima volta un lavoro di Orticanoodles da dentro e trasformare questo lavoro di “inside” in uno “outside” – cioè di fare una sorta di merge tra quelli che sono i canoni estetici della produzione di INSIDE con quelli che utilizziamo per i lavori all’esterno e far diventare una sorta di “Milano studio aperto” in cui si possa ragionare a progetti di “in” e “out” allo stesso modo. INSIDE finirà con un OUTSIDE.

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