Le vite di Annarita, Costanza e Giorgio Pio, affetti da talassemia e anemia falciforme, raccontate sul muro della scuola primaria Via Flavio Gioia di Cagliari da Napal, Coquelicot e SteReal. Così inizia la (bella) storia di ‘Blood Artists’, il progetto che, con la forza dell’Urban Art, vuole spiegare a quante più persone possibili cosa significa convivere con queste malattie ereditarie, e quanto è grande il contributo che ognuno di noi può dare attraverso un gesto tanto semplice quanto vitale: quello, cioè, della donazione di sangue.
Il progetto, realizzato in collaborazione con Avis, Fondazione Italiana “Leonardo Giambrone” per la Guarigione dalla Talassemia e Drepanocitosi, UNIAMO (Federazione Italiana Malattie Rare), United Onlus (Federazione Nazionale delle Associazioni per le Anemie Rare, le Talassemie e la Drepanocitosi) e con il patrocinio di SITE (Società Italiana Talassemie ed Emoglobinopatie) e Fondazione For Anemia, porta l’inconfondibile firma di Stradedarts. Grazie a tutti i partner in gioco, poi, è stato reso possibile quello che lo stesso KayOne ha definito un percorso “in cui la genesi delle opere è stata lunga perché frutto di dialogo tra gli artisti e i pazienti”.
Già, il dialogo, perché ogni artista ha avuto modo di conoscere, parlare ed entrare nelle vite di persone affette da patologie del sangue, al fine di ascoltare e reinterpretare, secondo il proprio stile, il rapporto privato che le prime hanno con la malattia. Coquelicot, nella sua “Elargiamo Ali” ha così rappresentato, con la sua inconfondibile tecnica “sorfilata”, la storia di Costanza, una donna che convive con l’anemia falciforme e la talassemia dall’età di 14 anni ed è ormai dipendente dalle trasfusioni. “Costanza – raccontano gli organizzatori – lavorando e facendo volontariato per l’associazione CFT (Comitato Famiglie Talassemici), ha chiesto l’aiuto di numerose associazioni e cercato di sensibilizzare nuovi donatori ad andare in ospedale per permettere ai pazienti di ricevere le migliori cure possibili anche durante la pandemia.
SteReal, invece, nel suo “Soffio di vita” ha raccontato la storia di Giorgio Pio, affetto da anemia falciforme da quando aveva solo 4 anni. “Le trasfusioni – proseguono gli organizzatori – sono ormai diventate una parte fondamentale della sua vita in quanto le effettua ogni 55/60 giorni. Ormai sono diventate un’occasione d’incontro con medici e infermieri, divenuti una seconda famiglia. Nell’opera compare, infatti, un caloroso abbraccio di una dottoressa, che rappresenta tutti coloro che ci conoscono e ci aiutano ad affrontare le difficoltà della vita di ogni giorno: medici, infermieri, genitori e i donatori”.
Infine, la “Speranza ritrovata” di Napal dipinge la storia di Annarita, “mamma di due figli anch’essi affetti da talassemia. E la sua famiglia è per l’appunto al centro dell’opera”.
Ma non finisce qui. Abbiamo detto che la prima tappa della campagna è stata Cagliari, capoluogo di una delle regioni italiane con il più alto tasso d’incidenza di persone con emoglobinopatie (circa 1.600 i pazienti affetti da talassemia, di cui 1.000 dipendenti dalle trasfusioni). Qui, poi, è stato non casualmente scelto il muro di una scuola primaria, con l’obiettivo di sensibilizzare anche i genitori sull’importanza dello screening genetico prenatale per i propri figli. Eppure, il progetto si prefigge di avere un respiro nazionale, per portare, sempre grazie all’imprescindibile aiuto di Stradedarts, il tema della sensibilizzazione a talassemia e anemia falciforme su tutti i muri d’Italia.