Il Pagiannunz è una rarità della provincia di Milano, più precisamente del territorio abbiatense. Un’area di quasi cinque ettari tra il Parco Agricolo Sud e il Parco del Ticino – Riserva della Biosfera protetta da UNESCO – alle porte di Abbiategrasso, vanto della zona e, non a caso, da molti anni motivo degli occhi a cuoricino del partito del cemento. E, si sa, per chi si occupa di piani regolatori con la smania per l’edificazione incontrollata, l’essere ingresso di una città viene tradotto con altrettanti piani regolatori volti, appunto, ad un’edificazione incontrollata. Autostrade, palazzi, per il Pagiannunz è stato pensato di tutto: l’ultima proposta, purtroppo in via di realizzazione, è quella di un centro commerciale. In tutti questi anni però, ignaro del suo destino a vocazione urbanistica, il Parco Giardino dell’Annunziata è diventato casa di flora e fauna spontanee – tra cui alcune specie rare – in quanto una delle poche zone umide rimaste nel territorio.
Ed è proprio da qui, da questa biodiversità spontanea e bellissima, che, lo scorso settembre, è mossa la duplice opera(zione) di Poki, intitolata “Quello che c’è, quello che rimane. Un bestiario illustrato”: in collaborazione con Folletto25603, una vera e propria fucina di cultura, idee e aggregazione che dal 2001 occupa un piccolo casello ferroviario nel quartiere popolare de La Folletta di Abbiategrasso (accanto appunto al Pagiannunz), l’artista catanese ha reso la fauna locale protagonista di un progetto artistico, omaggio e protesta al tempo stesso.
Protagonisti speciali ritratti da Poki sono stati il germano reale, la volpe, il tritone crestato, la rana di lataste, l’airone cenerino e la natrice – una biscia d’acqua -: non soggetti casuali, ma animali che l’artista ha conosciuto grazie a coloro che vivono e conoscono la zona. Ma che soprattutto, a differenza di altri, lottano per proteggerla. “E’ stato Lello, pescatore 35enne della zona e del Ticino ad avermi raccontato com’è cambiato nel tempo l’habitat – dice Poki – per via dell’uomo. Grazie a Renato, invece, che ha studiato biologia e che ha fatto un censimento di anfibi, rettili e uccelli della zona, ho avuto modo di approfondire la materia e, con lui, sono andato a funghi (e durante la visita ho potuto vedere qualche animale della zona)”.
Gli animali, poi, sono stati raffigurati in due aree ben distinte della città di Abbiategrasso, a rappresentare il presente e il disdicevole futuro del Pagiannunz. Se sulla mura del Folletto25603, infatti, gli animali sono ritratti nella loro vitalità e nel loro vigore di essere al mondo – “Quello che c’è” -, sulle mura di cinta della Siltal – ex fabbrica di elettrodomestici – i poster di Poki illustrano “Quello che rimane”: gli stessi soggetti ridotti a teschi, quasi fantasmi nel loro corpo ormai consumato ad una busta di plastica. A riconoscerli solo un cartellino, a ricordare sia l’identificazione dei cadaveri in obitorio ma anche il prezzo che viene dato alle loro vite, pagato con la morte di chi ha saputo resistere fino alla fine semplicemente esistendo nel proprio habitat. Unica busta piena è l’ultima: al suo interno un carico di teste dell’unica specie disposta a vendersi tra quelle ritratte. L’uomo.
“Quello che c’è, quello che rimane – Un bestiario illustrato” è una
costola di Systema Naturae, progetto che unifica e mescola arti visive e coscienza ambientale al fine di conoscere piante e animali delle zone in cui viviamo. E di cui Poki fa parte.