Inaugura oggi un nuovo progetto site-specific nella città di Ragusa: Bitume, Industrial Platform of Arts. Più di trenta opere di Urban Art realizzate nell’ex fabbrica di materiale bituminoso Antonio Ancione.
È così, lì dove l’ex complesso industriale ha segnato la storia della città e dei suoi abitanti, memoria e materia si intrecciano, rivivendo, attraverso l’arte urbana, una pagina importante e indispensabile del passato, interpretato in chiave artistica nel pieno rispetto del luogo e del capoluogo ibleo.
“Bitume” nasce infatti da FestiWall, il Festival di arte pubblica che nelle sue cinque edizioni ha travolto di opere murali e installazioni la città di Ragusa. Oggi, dunque, avviene un passaggio di testimone ma con nuovi orizzonti da esplorare: se FestiWall aveva un focus incentrato al tessuto urbano, infatti, Bitume si concentra sulla prospettiva industriale. I più rappresentativi esponenti del muralismo contemporaneo si sono così cimentati nella reinterpretazione di duecento anni di storia forgiati nella pece di Ragusa, materiale fossile conosciuto e impiegato ancor prima della scoperta del petrolio.
Un progetto di ricerca e studio scientifico che – nel pieno rispetto dei protocolli sanitari – si articola in due fasi: una a porte chiuse, dove gli artisti hanno potuto lavorare in piena libertà e flusso creativo, e una a porte aperte di fruizione da parte del pubblico (con ingressi contingentati e visite guidate dall’EcoMuseo Carat, seguendo un percorso prestabilito a senso unico).
Tra gli altri, nei capannoni e container dismessi della fabbrica Ancione si trovano le opere di Sten&Lex, Guido van Helten, Luca Barcellona, M-City, Sebas Velasco, Simek e Dimitris Taxis, Alexey Luka, Martina Merlini, Moneyless e Never 2501, Francisco Bosoletti, Ampparito, Case Maclaim e SatOne, Ligama e il fotografo Alex Fakso.
“Bitume” è sostenuto dall’Ars – Assemblea Regionale Siciliana, del Comune di Ragusa, dalla Fondazione Federico II di Palermo, dalla Facoltà di Geologia dell’Università di Catania, dalla Fondazione Cesare Zipelli, dalla Banca Agricola Popolare di Ragusa, dalla collaborazione dell’EcoMuseo Carat.