Remi Rough, artista che dai treni degli anni Ottanta è passato al graffitismo astratto degli anni Novanta fino alle più recenti opere che risentono degli influssi costruttivisti e De Stijl, presenta alla Kronos Gallery di Trento “Post Suprematist”: una personale che inaugura la programmazione della galleria trentina e che, dopo l’opening di oggi, rimarrà in mostra dal 28 settembre al 21 dicembre 2020.
Nella bella cornice settecentesca della galleria, Rough presenta 18 nuovi lavori, realizzati appositamente per l’evento, confrontandosi con una delle pagine più interessanti e controverse della storia dell’arte: il Suprematismo. Oltre agli inediti, l’artista inglese espone un lavoro storico e quattro edizioni limitate con cui mantiene vivo il confronto tra il luogo (d’arte e d’epoca) in cui si trova la Kronos Gallery e la sua spiccata contemporaneità artistica.

Con una carriera iniziata tra i graffiti di Londra negli anni ’80, Remi Rough entra in contatto con alcuni tra più importanti nomi della scena dell’epoca: Juice126 (con il suo Ikonoklast Movement), Futura e JonOne, tanto per citarne qualcuno, ma anche Banksy in un’opera in cui l’artista britannico non usa i suoi stencil. Dal writing alle commissioni di importanti lavori pubblici, il talento di Remi, emerso di fatto dal Post graffitismo, è stato premiato nel 2008 con un invito dalla Tate Modern per discutere sull’evoluzione dei Graffiti e della Street Art del Regno Unito.
Questi e altri elementi vengono analizzati approfonditamente anche in una pubblicazione pensata da Kronos Gallery per l’occasione, costituita da un testo di Giada Pellicari che ripercorre i trentasei anni della carriera di Remi Rough, insieme a un saggio critico di Carlos Rodriguez (Mare139), leggenda dei graffiti degli anni Ottanta di New York e ora curatore del “Museum of Graffiti”, Wynwood, Miami (Florida).

[Foto di copertina: Darryl T Green]