Dopo un lungo lavoro in Giunta e in Consiglio è stata approvata un’importante modifica al regolamento Cosap, ossia l’applicazione del canone per l’occupazione di spazi e aree pubbliche.
Novità importanti del provvedimento:
– esenzione dal pagamento del canone, per una durata non superiore ai 15 giorni, a:
- enti non commerciali e associazioni senza scopo di lucro per iniziative culturali;
- cittadini attivi per iniziative oggetto di un patto di collaborazione stipulato con l’Amministrazione;
- iniziative culturali inserite nei palinsesti e nei calendari tematici promossi dal Comune di Milano;
- interventi artistici di arte pubblica urbana (per il tempo necessario all’effettuazione del lavoro).
Questa misura facilita ulteriormente la presenza di iniziative e progetti culturali nella città, con forte attenzione a sostenere le realtà più fragili e innovative. Salutiamo un passo così importante, frutto del lavoro e dell’impegno di anni, con la bellissima realizzazione del progetto di Arte a San Siro in piazza Selinunte.
Così Filippo Del Corno, assessore alla Cultura del Comune di Milano, ha annunciato su Facebook uno degli esiti di un lungo lavoro, promosso proprio dal Comune di Milano in collaborazione con esperti del settore (e ora al vaglio degli uffici comunali), per dialogare, tra le altre cose, anche di procedure, patrocini e processo di generazione di un murale.
Non si tratta, tuttavia, della sola misura raggiunta: molti, infatti, i punti e i temi che sono stati oggetto di studio e discussione da parte del tavolo di lavoro, che dura ormai da un anno, in Comune. Per conoscere anche gli altri, oltre che il senso dell’intero lavoro, abbiamo rivolto qualche domanda proprio all’assessore Del Corno.
Dopo la delibera sui 100 muri liberi, da quali esigenze nasce la volontà di riaprire, in Comune, un tavolo sull’Urban Art?
L’Urban Art rappresenta una delle più interessanti e innovative frontiere di dialogo con il pensiero creativo del nostro tempo. Un’Amministrazione pubblica ha il dovere di accompagnare uno sviluppo positivo di relazione con questa forma di espressione artistica, anche per il valore sociale che esprime nel momento in cui rigenera spazi urbani altrimenti degradati e propone alle varie comunità territoriali un nuovo modello di cura condivisa del bene comune. Il vero punto di difficoltà è che l’Urban Art incarna, soprattutto in una prospettiva storica, un punto dialettico di critica, di contrasto, di opposizione all’istituzione; si tratta di provare a trovare una nuova forma di equilibrio, che garantisca libertà e autonomia di espressione, appunto per lasciare libero lo spazio alla critica, ma sappia concertare reciprocità di serietà nell’ingaggio e nel rispetto del valore civico che hanno i beni comuni su cui questa arte si esprime.
Da un punto di vista amministrativo, quali sono stati i temi dibattuti e quali gli obiettivi raggiunti, oltre a quello da lei indicato di modifica al regolamento Cosap?
Il vero punto essenziale è stabilire una procedura che possa essere agita con reciproca correttezza da artisti, associazioni, gruppi di cittadini e Amministrazione Comunale. La procedura, a cui arriveremo con la delibera, identifica le forme più consuete in cui questa arte si esprime, e cerca di stabilire un processo autorizzativo per ciascuna di queste forme che renda gli interventi “legittimi”, senza che vi sia alcuna forma di imposizione sui contenuti (a meno che non vi siano intenti chiaramente discriminatori o contrari allo spirito della Costituzione della Repubblica Italiana). Il nostro sforzo è rendere il processo autorizzativo il più agile possibile, alla portata davvero di tutti coloro che intendono agire artisticamente su spazi urbani, pubblici o privati, in accordo con l’Amministrazione rispetto alla legittimità di quell’azione artistica che, ripeto, deve mantenere però la sua libertà ideativa e propositiva.
Cosa cambia, di fatto, oggi, per chi voglia realizzare opere di muralismo urbano?
Da oggi, dopo l’approvazione delle modifiche al regolamento Cosap, di fatto non sarà più dovuto alcun canone di occupazione suolo pubblico per le attrezzature necessarie a compiere un’opera di arte pubblica urbana: è una grossa facilitazione per gli artisti e le associazioni che, banalmente, hanno una voce di spesa in meno nei loro budget. Quando verrà approvata la delibera i cambiamenti saranno ancora più evidenti: ci sarà un procedimento unico e facilitato per chi desidera realizzare un’opera di arte pubblica urbana, e saranno delineati con chiarezza gli interlocutori amministrativi per evitare una dispersione di energie, oggi molto evidente, nel capire quale sia il percorso “giusto” per proporre un intervento di arte urbana.
Ci sono state (e, se sì, quali sono state) città italiane o europee a cui il tavolo ha guardato con interesse durante la realizzazione dei lavori?
Abbiamo avuto un tavolo molto interessante di lavoro con le altre città italiane proprio a Napoli, per molti punti di vista ha realizzato progetti molto interessanti. Direi che per noi il confronto più utile è stato proprio quello con Napoli, oltre che con Bologna, Roma, Torino. Il tema dell’Urban Art è emerso più volte anche nei lavori del World Cities Culture Forum, di cui Milano è parte dal 2017, e che raccoglie le quaranta città al mondo più influenti dal punto di vista culturale: nei Forum su questo tema abbiamo avuto scambi di prospettive e buone pratiche molto positivi con San Francisco, Londra, Lisbona.
Quali altri assessorati e uffici del Comune di Milano, oltra a quello Cultura, sono stati impegnati nei lavori del tavolo?
Molti sono gli Assessorati coinvolti nell’elaborazione della delibera. In particolare: Demanio, Politiche sociali e abitative, Urbanistica e Verde, Partecipazione e Cittadinanza Attiva. La complessità dei temi e delle competenze coinvolte ha reso necessario un tempo lungo di confronto e approfondimento, ma ora siamo davvero molto vicini al punto di arrivo, che spero possa rappresentare per Milano e la sua comunità di artisti un punto di partenza per una nuova stagione dell’arte pubblica urbana.
Soddisfazione è stata espressa anche da parte di quegli “esperti del settore” che hanno popolato il tavolo, portando esperienze personali e specifiche richieste per dare avvio (oltre che valore) ai lavori. “Le modifiche che sono state apportate al regolamento Cosap – mi racconta Alice Cosmai, PM Orticanoodles e curatrice di arte urbana – sembrano “solo” puntualizzazioni amministrative ma, in realtà, hanno un valore culturale di grande importanza per lo sviluppo del muralismo urbano contemporaneo a Milano. La metropoli è uno scenario complesso e il fatto che esista da oggi un riconoscimento preliminare del nostro lavoro è cosa buona: significa che la città comincia a comprendere la complessità di progettazione di questo tipo di arte pubblica che, nel tempo, è richiesta non solo da artisti e curatori ma anche dal “territorio” (reti di cittadini, associazioni, aziende ecc.) in modo spontaneo. Cambiare i regolamenti significa che Milano vuole aprirsi alle richieste, fornendo soluzioni accessibili e chiare”.
Qualche esempio?
“Nel regolamento precedente si parlava di gratuità per onlus e per interventi pittorici non meglio specificati, con limiti temporali non identificati. Oggi, invece, viene scritto nero su bianco che un intervento di arte urbana “no profit” gode della gratuità “per tutto il tempo necessario alla produzione”. Specifichiamo “no profit” perché c’è un tema che caratterizza la città di Milano, ossia il mondo profit che investe in muralismo. Fino ad oggi lo scenario era abbastanza confuso e a farne le spese era, dopotutto, il Comune”.
Oltre a questo aggiornamento del regolamento di Occupazione Suolo, la linea guida sul muralismo prevede che venga reso chiaro il processo di rilascio delle superfici, vera e propria nota dolente dei progetti di arte urbana. L’obiettivo, duplice, è quello di facilitare gli operatori del settore e, al contempo, permettere al Comune di registrare in modo unitario le manifestazioni di interesse per dipingere su grandi facciate.
“Anche questo un traguardo non da poco – continua Alice Cosmai – dal momento che ci sarà chiarezza dove prima vigeva una sorta di deregulation che, è capitato, facesse entrare in sofferenza i progetti per la difficoltà di approvare gli interventi. Con le nuove linee guida speriamo che la strada amministrativa sia più chiara, a beneficio di tutti i futuri progetti che fioriranno in città”.