L’Hip Hop è una colla potentissima: con una preparazione a base di passione, militanza, perseveranza e tanta arte, in tutti questi anni (e chissà ancora per quanto) ha saputo dimostrare quanto sapesse tenere unite le persone sotto un unico grande nome, siano esse simili o diverse, vicine o lontane.
KayOne, in un recente post su Facebook, l’ha definita “connessione”. E proprio questa connessione, unita a tanti anni di amicizia e condivisione, ha portato un altro protagonista della scena Hip Hop nazionale, Napal, a produrre due progetti editoriali di grandissimo rispetto e spessore. Mi riferisco non solo a “Crash Kid. A Hip Hop Legacy”, edito nel 2019 da Drago, ma anche (e soprattutto) al nuovo nato in casa Whole Train Press, “Crash Kid Graffiti Archive”.
Entrambi dedicati all’amico Massimo Colonna, in arte Crash Kid, bboy pioniere dell’arte della break dance e fine conoscitore dei graffiti di tutto il mondo, i libri dimostrano, ancora una volta, che l’Hip Hop è in grado di tenere unite le persone, di tramandarne la memoria e, soprattutto, di far rivivere un archivio di enorme valore.
“Il ritrovamento dell’archivio fotografico di Crash Kid grazie alla famiglia Colonna – scrive e racconta Napal – ha permesso la realizzazione dell’ambizioso volume “Crash Kid A Hip Hop Legacy” edito dalla Drago. Durante la lavorazione di quel volume sono riuscito a ordinare e recuperare tantissimo materiale che apparteneva a Massimo Colonna”. Da qui, la nascita del progetto “Crash Kid Graffiti Archive”, creato in collaborazione con Ryo.
Si tratta, in questo secondo caso, di una selezione delle migliori immagini inedite dell’archivio fotografico di Crash Kid, con un focus tutto dedicato ai graffiti. “Una meticolosa scelta di foto restaurate – raccontano da Whole Train Press – che spaziano dal 1985 al 1997 in città come New York, Parigi, Roma, Monaco, Basilea e molte altre esponendo lavori di maestri del writing come Bando, Mode 2, Dare, Can 2, Loomit, Lokiss, Darco, Skki, Swet, Crash Kid, Napal, Stand, Pane, Rusty, Zero T, Dayaki, Eron e molti altri”.
“Crash – prosegue Napal – già dagli anni Ottanta mi dava indirizzi di persone intorno al mondo a cui io scrivevo in inglese chiedendo di poter scambiare foto di graffiti, contatti come Poe in Finlandia, Rob e Sen2 in Francia o PepOne a Losanna di Tuff Times, solo per citarne alcuni. Oggi, in un’era dominata da internet, può far quasi sorridere che dei writer si scrivessero lettere solo per inviarsi fotografie per posta, ma quello che potrete vedere sono le tracce rimaste di quelle lettere”.
Un importante tramando storico, dunque, oltre che una grande emozione, come Napal ha confermato, che porta con sé non solo l’amore per i graffiti ma anche un altro importante messaggio. Il libro, infatti, è stato concepito anche per diffondere l’utilizzo di un dispositivo divenuto tristemente famoso in quest’ultimo periodo di emergenza, ma noto alla comunità dei writer da tempi non sospetti: parliamo delle maschere di protezione delle vie respiratorie e della promozione della pratica di dipingere in maniera sicura a tutela della salute stessa dei writer. “È stato donato – chiosano da Whole Train Press – un contributo all’AIL, Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma che sostiene la ricerca e fa assistenza diretta ai pazienti oncologici”.