Il progetto VVITCH | STREGA di Gio Pistone: l’intervista all’autrice

di Clara Amodeo

La prima volta che siamo entrati in contatto con il suo progetto è stato con colpevole ritardo: Gio, infatti, ci ha scritto per presentarci VVITCH | STREGA qualche settimana fa, anche se tutto il percorso ha una genesi di più lunga data e una realizzazione che si è in un primo momento chiusa ad agosto di quest’anno.

Inutile dire che, appena abbiamo visto le prime foto e letto la sinossi del progetto, ne siamo rimasti estasiati: per questo, abbiamo decido di inondare di domande la povera Gio, che la passione e la dedizione che contraddistinguono il suo lavoro ci ha risposto in maniera super dettagliata (motivo per cui lasceremo parlare lei del suo progetto, senza inutili presentazioni e giri di parole)

Da quali suggestioni/pensieri/notizie è scaturito il progetto che hai mandato?

Ciò che mi ha spinto verso questo tipo di investigazione è stata la lettura del libro STREGHE di Serena Foglia (autrice a me sconosciuta fino a quel momento) trovato per caso a Portaportese, nei mucchi di libri.
Il libro comincia così: “La prima volta che ho incontrato una strega non è stato durante un sabba, di notte in un bosco, a un quadrivio o in una radura, né in un luogo in qualche modo magico, bensì in uno studio televisivo. Invitata a una trasmissione sul tema dell’occulto mi sono trovata accanto ad una bella donna inglese dai lunghi capelli biondi il cui sguardo vagava distratto dalle telecamere alle persone. Mentre ognuno di noi veniva precisando la propria qualifica professionale, Maxine Sanders, si presentò dicendo: I am a witch”. Sono andata a cercare chi fosse costei ed ho trovato molto materiale, persino la famosa trasmissione televisiva con Serena Foglia del 1980. Maxine Sanders è una Gran Sacerdotessa del rito Alessandrino – Alexandinan Wicca, rito di derivazione Celtica praticato diffusamente in Inghilterra, ed è considerata una delle Streghe più potenti dei nostri giorni. La trasmissione è inconsapevolmente molto divertente, per chi fosse interessato: https://www.youtube.com/watch?v=GDLynuHcxVE e https://www.youtube.com/watch?v=dCGEGnWb6fY. Appena dopo questa felice scoperta ho cominciato a pensare alle streghe nella storia ed al perché per strega s’intendesse solo una donna brutta e cattiva, da bruciare nelle piazze. Mi chiedevo chi fossero quelle donne arse vive e perché quando aderivano a quello stereotipo si tendeva ad eliminarle. Non esiste un vero e proprio perché ma è importante parlare di questa storia. Ci sono stati adattati vari stereotipi nella storia, quasi tutti negativi se non uno positivo, forse l’unico, quello di donna angelicata, vergine, pura anche se madre. Ohibò! Queste immagini, queste figurine varie (ce ne sono anche di nuove: la donna perennemente giovane, la bambola gonfiabile…), anche se ora siamo moderni e tirati a lucido, ce le abbiamo ancora tutte compresse nella testa dunque ho voluto sapere quali fossero. Non tutte ma quelle che mi hanno colpito. Per cominciare a farne un piccolo rogo e ricominciare a vivere senza stereotipi, cosa impossibile ma auspicabile. Il mio progetto si chiama VVITCH | STREGA ed è solo all’inizio. Ho scelto questo titolo non tanto per la parte magica del termine che mi interessa solo da un punto di vista iconografico ma per il significato che risiede nell’etimo della parola in italiano. Strega viene dal latino Strix che vuol dire Civetta, un volatile notturno ritenuto spirito maligno, simbolo delle tenebre e della Morte. La parola Strega nasce come dispregiativo riferito ad un certo tipo di donna: donne di cui si diceva fossero fattucchiere, levatrici, giocassero con erbe e unguenti, praticassero la buona morte, vecchie brutte, sole e senza figli o donne malvage, donne divoratrici di bambini e profanatrici di tombe ma nella realtà donne fragili, facilmente attaccabili da un punto di vista sociale. Per questo motivo quelle che sono considerate Streghe hanno voluto mantenere questa parola per autodefinirsi quasi come fosse una riappropriazione dello stereotipo negativo. Sto cercando di affrontare questo argomento attraversando storie vere o leggende ponendo attenzione ai mutamenti che lo stereotipo femminile ha subito nel tempo anche attraverso secoli bui come quelli della Santa Inquisizione, che santa non era. Ho cominciato a raccontare la mia storia sui muri, tenendo la meta ben a fuoco e dividendo il cammino in tappe, sperando di rendere agevole seguire il sentiero.

In quanto tempo l’hai realizzato?

Per ora sono alle prime 4 tappe:
1. ERDÖ/BOSCO: la nascita dello stereotipo di strega – Torino – maggio 2019
2. Mascherarsi da animali: travestimenti e riti legati alla natura nelle religioni pagane – Capranica Lazio – giugno 2019
3. Notturna: preparazione al Sabba, ciclicità e ritualità di una comunità immaginaria – Ponte de Sor Portogallo – luglio 2019
4. La Mandarra: la prima leggenda di origine lucana che ho affrontato – Stigliano Basilicata – agosto 2019

Oltre a La Mandarra, di cui spieghi la scelta della location, come mai hai scelto gli altri luoghi per la realizzazione delle altre opere?

Il processo è differente. Tutti i luoghi in cui vengo chiamata a dipingere sono ricchi di storie, dunque, quando accade e prima di andare faccio uno studio sui miti anche per conoscere meglio dove andrò a dipingere e ti assicuro che attraverso le leggende si può comprendere un luogo abbastanza bene. E ce ne sono sempre, soprattutto sulle streghe, ogni volta che si teme un bosco, una grotta, sicuramente c’era una donna assetata di sangue che lo abita.

Credi che il progetto avrà un seguito, magari andando toccare altri temi che riguardano il genere femminile (o la società in generale)?

Sicuramente si! Mi sono data due anni di tempo e sono solo ai primi 5 mesi. Racconterò sui muri la mia versione della storia ma come e dove finirò, ancora non l’ho pensato. Una mostra, un libro, un documentario, un Sabba , non lo so ancora. Mi entusiasma pensare che ci sarà un percorso sui muri organico e non i soliti disegni disconnessi.

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