Tanti auguri, MurArte! I festeggiamenti con “Oltre i Muri: 20 anni del Progetto MurArte”

di Clara Amodeo

MurArte spegne 20 candeline. E come tutti le grandi celebrazioni che si rispettino, anche il compleanno di uno dei più importanti eventi, torinesi e italiani, legati al mondo del Graffiti Writing e della Street Art festeggerà in grande stile con una due giorni ricca di incontri, discussioni, persone ma soprattutto colore.

Ed ecco che inizia oggi il convegno “Oltre i muri”: una conferenza e tre tavoli di lavoro con artisti, associazioni, amministrazioni cittadine, esperti e accademici per una riflessione condivisa non solo sui “nostri” Graffiti Writing e Street Art, ma anche su creatività giovanile, immaginario urbano e politiche pubbliche, tra passato e prospettive future. Le giornate, ad ingresso libero, avranno luogo, a Torino, presso Open Incet e Polo del 900 e si articoleranno in presentazioni plenarie e tavoli di lavoro.

Si parte proprio oggi, venerdì 4 ottobre, quando, dalle 15 all’Open Incet, avrà inizio il convegno con l’introduzione ai temi e i saluti istituzionali dell’assessore alle Politiche Giovanili della Città di Torino Marco Giusta e i rappresentanti di enti, istituzioni, amministrazioni locali università e componenti delle crew storiche italiane. Alle ore 16.30, invece, apre il tavolo “Valori e disvalori dell’arte urbana oggi”, per parlare del ruolo di artisti e artiste, del rapporto con le istituzioni e il mercato, del festival e dei grandi eventi, del professionismo e della libera espressione. A seguire, aperitivo e dj-set con Open Live Painting presso l’Associazione Il Cerchio e le Gocce, ai Magazzini Docks Dora in via Valprato 68.

Il 5 ottobre presso il Polo del 900, invece, le attività hanno inizio alle ore 9.30 con gli interventi di indirizzo da parte di autorità, esperti e rappresentanti di enti e reti nazionali. Prosegue durante tutta la giornata con altri 2 tavoli di lavoro “MurArte 1999-2019: il modello Torino confronto con le altre Città, normative, artisti, artiste e istituzioni e sviluppi futuri” e “Street art e neo muralismo: conflitti di interesse in corso. Permanenza e temporaneità. Documentare, conservare, archiviare, istituzionalizzare la street art”.

Dal mattino di oggi, in contemporanea alla conferenza e ai tavoli, inizieranno anche i lavori della jam “Quercetti – Graffiti & Urban Art Convention”presso i muri Quercetti Spa di corso Vigevano 25. Le sessioni plenarie verranno trasmesse sulle frequenze di Radio Beckwith con diretta fb e interviste.

E insomma, 20 anni non sono pochi (tipo, sono due terzi della mia vita). Per questo ne ho parlato con chi questi 20 anni li ha vissuti appieno, per l’organizzazione dell’evento ma anche per la creazione di associazioni che hanno dato modo non solo di dare linfa vitale a Murtarte ma anche di lavorare sul territorio, a stretto contatto cn artisti locali e internazionali, portando l’underground sulle scrivanie delle istituzioni. Ruben Marchisio, dei Monkeys Evolution, e Riccardo Lanfranco, de Il Cerchio e le Gocce, mi hanno fatto un breve recap di tutto questo tempo.

“Se devo raccontarti le cronache di MurArte – mi dice scherzosamente Ruben – posso dividere il libro in 5 capitoli. Il primo con noi pischelli che ci troviamo in assessorato in Comune e iniziamo a far partire i lavori sotto i migliori auspici: affidare temporaneamente alcune pareti cittadine agli artisti. Il secondo capitolo ci vede procedere bene, talmente bene che decidiamo di aprire un’associazione, fino ad arrivare all’apice, il terzo capitolo, con l’inizio di Picturin: un successo unico. Ma qui comincia la decrescita, un cortocircuito, quello che rappresenta il quarto capitolo della nostra storia e che, per non so bene quale motivo, fa arrestare tutti i lavori. Dal 2011 al 2016 inizia il periodo peggiore, buio e duro, le cui ripercussioni sono ben chiare oggi: una serie di ragazzi, tra i 25 e i 30 anni, che si sono un po’ persi perché non hanno trovato spazi e modo di esprimersi in città. Oggi siamo arrivati al quinto capitolo, che ci ha visti riprendere in mano la questione, ricreare un minimo di continuità, far girare le licenze di pareti e pare che le cose stiano un po’ cambiando in meglio.

Cosa funziona? Che la qualità delle murate è migliorata, il rapporto con la città, frutto della contingenza storica, va molto bene grazie anche ad altri progetti come TOward2030, i ragazzi impegnati sono talmente migliorati che sono stati chiamati per altri progetti, il che ha creato una sorta di economia circolare che, per altro, permette di mantenere la cosa a un certo livello. Cosa non funziona? Bisogna secondo me lavorare meglio su due fronti: il primo, trovare altri spazi liberi tipo Parco Dora, cosa che chiederà tempo, e fare in modo che lo stesso Parco Dora sia gestibile ma sempre in autogestione. Il secondo, dobbiamo aprirci un po’ a tutta Italia: qui a Torino si sente la differenza tra modello torinese e quello portato avanti da altre città italiane. Un’altra cosa figa sul futuro sarebbe quella della catalogazione: non si cataloga niente, ma l’arte che si produce è assolutamente effimera.. spero che se ne possa parlare durante i tavoli di lavoro!”.

É della stessa idea Riccardo che, oltre a dirmi una cosa bellissima che a Milano manca (ossia che le associazioni promotrici degli eventi torinesi si sono unite a fare fronte comune invece di farsi la guerra e distruggere tutto il possibile), fa un’analisi molto lucida della nuova compagine che stiamo vivendo in questi anni:

“Da quando abbiamo ripreso in mano il progetto MurArte, tutto sta andando bene sotto diversi profili: la parte formativa dei giovani, la parte di professionalizzazione dei ragazzi in ottica artista, organizzativa e di sicurezza. Quello che, però, non sta funzionando sono i progetti di profilo artistico: tanti interventi ma di qualità bassa. Questo problema è figlia del fatto che si vogliono inserire nella curatela artistica di questi progetti persone che non sono abbastanza competenti per tanti motivi. Se si guarda all’estero ci sono mille progetti più interessanti anche se più piccoli (o, senza andare all’estero, prendi la Lunetta a Mantova, progetto curatoriale sviluppato sul territorio in continuità per far crescere internamente il quartiere, farlo comunicare, di valorizzare il territorio con persone che se ne prendono cura)”.

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