Ne ho fatto tanto parlare con gli amici artisti, curatori e galleristi che a Madrid ci vivono, ci lavorano o che ogni tanto ci capitano di passaggio. Eppure, nemmeno quest’anno sono riuscita ad andare a Urvanity, la prima fiera spagnola dedicata alla New Contemporary Art.
Ho quindi deciso di parlarne in questo articolo, grazie al prezioso aiuto fornitomi dall’ufficio stampa della kermesse madrilena e da qualche spunto di chi ci ha partecipato in qualità di spettatore o gallerista. La terza edizione di Urvanity si sta tenendo, dal 28 febbraio scorso fino a oggi, al COAM (Colegio Oficial de Arquitectos de Madrid) proprio durante la settimana dell’arte di Madrid. Come sempre, a essere messa al centro è la cosiddetta Nuova Arte Contemporanea, che raccoglie al suo interno diverse espressioni quali l’Urban Art, il Post Graffitismo, il Pop Surrealismo e la nuova Pop Art. Un genere nuovo e in continuo mutamento, sempre più al centro non solo delle logiche del mercato dell’arte ma anche oggetto di ricerca per accademici, giornalisti, avvocati e curatori da tutto il mondo, come la stessa fiera dimostra ogni anno con più forza.
“La cosiddetta New Contemporary Art – ha detto lo stesso Sergio Sancho, direttore della fiera – riunisce quegli artisti che hanno iniziato a fare i graffiti e che hanno poi trasferito quest’arte nelle gallerie e, quindi, nel mercato dell’arte. Si tratta di un fenomeno che, nel tempo, ha visto una vera e propria diffusione dell’arte contemporanea e del collezionismo del grande pubblico grazie all’attrattività che offre la pratica artistica sviluppata nel contesto urbano”.
Non è dunque un caso che, durante la fiera, si sia svolto anche un programma di conferenze e tavole rotonde a cura di Brooklyn Street Art (BSA), progetto e rivista con sede a New York. Una delle novità di questa terza edizione è stato, infatti, il nuovo Special Curated Program, un programma commissionato da un gruppo di curatori indipendenti: Sabina Chagina, co-fondatrice e curatrice di Artmossphere, Street wave art biennale di Mosca, Juan Bautista Peiró, professore alla Facoltà di Belle Arti dell’Università di Valencia e critico d’arte, e Sergio Pardo López, AD del Dipartimento per gli Affari Culturali di New York. Lo Special Curated Program è stato composto da tre sezioni (esposizioni personali, interventi e murales) che hanno avuto lo scopo di aumentare la conoscenza dell’arte contemporanea e del collezionismo in senso lato.
Così, gli artisti Dan Witz, Miss Van, Jan Kaláb e Sam 3 sono stati scelti per le mostre personali, mentre agli artisti Juan Miguel Quiñones, Sabek, Isaac Cordal, il “nostrano” Moneyless e 1010 sono stati chiamati a realzizare degli interventi live. Gli artisti Poni, Pro176, Marat Morik e Artez si sono infine occupati di dare un nuovo look a quattro pareti in città. A questo si è poi affiancato il Progetto Speciale ‘Okuda San Miguel by IQOS’, per il quale il pittore e scultore spagnolo ha creato un’imponente installazione in cui ha avuto modo di mostrare al pubblico quasi venti opere d’arte inedite.
Non poteva mancare la sezione dedicata agli artisti emergenti: con il progetto Tuenti – URVANITY ART New
Contemporary Art contest, rivolto agli studenti di Belle Arti della Spagna, i vincitori hanno avuto modo di esporre le loro opere insieme al resto degli artisti. Ma di chi parliamo, esattamente?
La pittrice Miss Van, il pioniere del movimento di Street Art newyorkese Dan Witz, il duo italiano dei fratelli Miaz, l’artista spazialista Hendrik Czakainski, il muralista russo Marat Morik, l’esponente dei graffiti in 3D Jan Kaláb o il collettivo belga Hell’O. E ancora, l’illustratrice surrealista kazaka Dilka Bear, lo stencil artist americano Logan
Hicks e gli spagnoli (l’artista maiorchino Grip Face, l’artista multidisciplinare Mario Mankey, la pittrice astratta Anna Taratiel, lo street artist e pittore Belin e i muralisti figurativi Daniel Muñoz e Sfhir).
Le gallerie internazionali della terza edizione di Urvanity, invece, sono Wunderkammern (Italia), Urban Spree
(Germania), Affenfaust Galerie (Germania), Doppelgaenger (Italia), RuArts Gallery (Russia), Galería
Balneario (Messico), MAGMA Gallery (Italia), Antonio Colombo (Italia), Martina’s Gallery (Italia),
Pantocrator Gallery (Cina), Galo Art Gallery (Italia), StolenSpace Gallery (Regno Unito), Cerquone Projects
(Venezuela), ADDA & TAXIE (Francia), NextStreet Gallery (Francia) e The Roger Project (EEUU).
Con loro, anche le gallerie spagnole Durán Online Gallery (Madrid), My Name’s Lolita Art (Madrid), Yusto/Giner
(Marbella), Galleria Fousion (Barcellona), Galleria SC (Bilbao), Galleria Montana (Barcellona), Swinton
Gallery (Madrid) e Galería Manuel Ojeda (Las Palmas de Gran Canaria).