A Napoli inizia ST.AR.T., due giorni di incontri a 360 gradi sul tema dell’arte urbana

di Clara Amodeo

Nel variegato, eterogeneo (e, diciamocelo, anche un po’ nebuloso) mondo dell’arte urbana c’è un dato incontrovertibile: in tanti la fanno ma ben in pochi ne parlano con cognizione di causa e conoscenza approfondita. Per questo, nella mia seppur breve carriera di giornalista informata dei fatti e critica d’arte a tempo perso, da sempre sostengo tutti quegli eventi, quegli incontri e quelle discussioni che, in maniera fertile e propositiva, permettono un scambio proficuo e un arricchimento utile al fine, prima o poi, di arrivare a una conoscenza reale del mondo non solo della Street Art ma anche dell’arte urbana.

Ebbene, ST.AR.T. si propone proprio questo: “non prova a rispondere ma a porre nuove domande sul tema del rapporto tra Street Art, Comunità e Territorio. Per sollecitare la riflessione, per definire il quadro d’analisi, per impostare un metodo che evita gli slogan, cercando di far emergere le questioni su cui esercitare il ragionamento collettivo”, come dicono gli organizzatori stessi.

Per questo, tra oggi e domani, la FOQUS, Fondazione Quartieri Spagnoli onlus, porterà a Napoli artisti, curatori, organizzatori di festival, docenti, politici, direttori di fondazioni a sedersi a diversi tavoli (5, per la precisione) o a partecipare alla Plenaria (catalogo di esposizioni frontali ad una platea pubblica) per affrontare le questioni connesse alla definizione, alla rappresentazione, al ruolo, alle funzioni dell’arte pubblica. E, quindi, per offrire conoscenze e competenze condivise attraverso le esperienze realizzate, consentendo così di costruire insieme una “cassetta degli attrezzi”, ma anche per sollecitare sperimentazioni, tenendo conto degli impatti e della scalabilità delle soluzioni proposte.

“L’argomento principale di ST.AR.T. – dicono ancora gli organizzatori – non è tanto la Street Art, tantomeno l’“arte di strada”. L’argomento principale di ST.AR.T. è l’arte urbana e, nello specifico, la pittura urbana nella sua declinazione nota come muralismo, nelle diverse declinazioni e dimensioni. La Street Art, infatti, è una pratica spontanea a responsabilità individuale e senza il suo avvento non avremmo il muralismo: per questo, quella che definiamo Arte Urbana non è che Street Art organizzata e a responsabilità condivisa, in dialogo con le istituzioni.  L’ecosistema generativo di questo fenomeno ha compiuto 20 anni e ha già maturato una sua tassonomia condivisa delle pratiche. È opinione comune, sia nella comunità artistica che scientifica, che per Street Art si intenda l’applicazione del paradigma così sintetizzabile: “per fare una cosa bella nello spazio pubblico non devo chiedere il permesso”. La Street Art si riferisce quindi alla categoria estetica del “bello” (l’arte contemporanea, invece, si riferisce alla categoria estetica “dell’interessante”) e questo “bello” deve essere sincronico con la sfida all’auctoritas. Non è quindi la Street Art il tema del nostro convegno, non sfidando questa iniziativa nessuna autorità se non quella della passività e non è nemmeno la creatività. ST.AR.T. si propone invece di indagare e problematizzare la relazione tra arte, vita ordinaria e la gestione dei suoi esiti nei vari ambiti coinvolti, con particolare riferimento alla città e alla cittadinanza”.

E ancora, “Come facciamo – si chiedono ancora gli organizzatori – a immaginare soluzioni, idee e risposte se prima non ci interroghiamo su natura, funzione e obiettivi dell’oggetto del nostro discorso? La Street Art è un campo artistico ormai maturo in cui è possibile rintracciare tendenze, processi, prospettive, storia, evoluzione. Ontologicamente legato al territorio in cui si esplica e alla comunità che l’accoglie, la Street Art ha un suo elemento costitutivo nella relazione. Relazione che comporta il superamento delle categorie tradizionali (museo, curatore, artista, opera) e al costituirsi di un universo ibridato ancora tutto da “criticare”. Con ST.AR.T vogliamo provare proprio a mettere in contatto i molteplici attori di questa relazione creativa, in un processo che fa emergere le risposte dalle domande, i problemi dalle soluzioni, i progetti dalle esecuzioni, i modelli dalle pratiche”.

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