Colore, finalmente, sulla grigia e imponente murata che costeggia via Gallarate. L’arteria che assorbe il 40 per cento del traffico urbano di passaggio a Milano, anonima e sempre simile a sé per chilometri, è stata presa d’assalto, dall’8 al 15 dicembre scorsi, da Zed1, Ozmo e Rancy nell’ambito del progetto SMART Street Colors.
L’iniziativa, promossa dall’associazione culturale El Redefoss, patrocinata dal Comune di Milano e da Municipio 8 Milano e realizzata con il contributo tecnico di Colorificio L’Artiglio e con il sostegno di SMART EQ, ha preso vita da una riflessione ben precisa: produrre arte per rivitalizzare una zona e dialogare, così, con le tante persone che ogni giorno passano per questi luoghi, fosse anche per usarli come meri passaggi da un autobus alla metropolitana, come strade a scorrimento veloce per catapultarsi nella city che lavora, produce, ingoia e risputa chi la vive.
Zed1, per esempio, con il suo “Il Bivio”, è riuscito a integrare l’opera nel contesto urbano in cui è stato calato: come raccontano gli organizzatori, infatti, “nella parte sinistra della composizione, un personaggio ha tra le mani il joypad della Playstation, ai suoi piedi un pallone e accanto al volto abitudini e vizi nella sembianze diun fungo velenoso. È avvolto tra le strade che conducono alla sua amata, a lei che, al dì la dei coccodrilli, appare ai suoi occhi come una Musa, posata su un albero, senza cose e orpelli, nell’incontaminatezza e nella purezza dell’ ideale. Con lei o senza di lei? Da solo o in coppia? Questo è il suo dilemma che lo tiene in sospeso, il bivio che l’artista evoca. Le frecce segnaletiche dipinte al centro dello spazio pittorico indicano le due possibilità come direzioni opposte. La pensilina del 35 e del 528 e le persone che partono, arrivano e attendono, tanto integrate a livello concettuale e formale nell’opera da diventarne parte essenziale, ci suggeriscono che questo è un bivio che chiunque può
incontrare sulla strada che conduce dall’io all’altro”.
Una scelta diversa quella di Ozmo che, invece, con “Venere, Hermes e Dioniso bambino” ha ricontestualizzato “una riproduzione della Venere de’ Medici e di Hermes con Dioniso fanciullo di Prassitele. Le due sculture sono raffigurate distese, come fluttuanti nella dimensione del blu, contrapposte e polarizzate come principio femminile e maschile. Da un lato la dea della bellezza, nella sua versione pudica, appare splendente e serena in un gioco di luce e ombre, dall’altro il dio del superamento dei confini e dei viaggiatori è colto in movimento, in un atteggiamento affettuoso e quotidiana”. L’opera “esprime l’augurio che Ozmo rivolge ai tanti pendolari che ogni giorno
percorrono la grande arteria di poter viaggiare sempre sotto gli auspici e la protezione delle due divinità. Realizzata dall’artista ricorrendo a una vera e propria ars combinatoria e giocando sull’ ambivalenza insita nella scelta compositiva e in ciascuno soggetti figurativi dipinti, non solo incanta lo sguardo, ma si offre a diversi livelli di lettura e interpretazione”.
Rancy, infine, che dell’iniziativa è anche il curatore, ha creato il murale ‘Volere è Potere’. “Raffigura elementi figurativi che rimandano a un centro urbano e stratificazioni di strumenti e invenzioni dell’uomo, un astronauta, dipinto in chiave pop e un po’ vintage, che domina la composizione. Dalla sua mente fuoriesce, espandendosi lungo il braccio e giungendo fino alla mano, la volontà vibrazionale naturale che l’artista raffigura come una sorta di scarica elettrica luminescente. Se la centralità assegnata alla figura dell’astronauta e alla sua energia fa dell’opera un
invito all’esplorazione e alla determinazione nel raggiungere sempre nuovi orizzonti, il risalto dato all’interazione fra mente e mani, ricordandoci che è proprio questo dialogo che ci ha portato dalle caverne alle sonde spaziali, la rende un inno al progresso nel nome della ricerca, della sperimentazione e della tecnologia. Il tutto con un occhio di riguardo alla maestosità e alla sacralità della natura, riaffermate dai due alberi giganti raffigurati nella parte sinistra del murale”.
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