Bruttovski e Bruttacchio: ecco le due ultime operazioni di BRUTTO

di Clara Amodeo

Ok che la bellezza salverà il mondo, ma al brutto chi ci pensa? Non so se sia questa la loro riflessione, ma quando ho conosciuto il progetto di BRUTTO ho trovato una risposta a una vexata quaestio che mi pongo da tipo sempre. BRUTTO, infatti, è un’idea nata da Simplification Art, collettivo di artisti, designer, comunicatori, persone “aventi la necessità di promuovere un’arte d’urto, nuda, diretta, priva di complessità. Gli strumenti per esprimersi a disposizione di tutti”. E il cui claim è, non a caso, “la traduzione istintiva di un pensiero complesso in un gesto semplice”.

“BRUTTO – si legge sul sito di Simplification Art – esprime una valutazione soggettiva e non richiesta, atta a segnalare un disappunto squisitamente estetico e non di contenuto. Se è brutto, è BRUTTO”. Come? Semplice, proprio con gli strumenti proposti da Simplification Art: con alcune azioni site-specific che prendono in giro, ridicolizzano (e, dunque, esprimono disappunto) su qualcosa che può essere considerato oggettivamente, agli occhi di tutti, senza troppi mezzi termini, non bello.

Di BRUTTO, ultimo in ordine cronologico è il doppio lavoro che ha toccato due capitali italiane, enrambe portatrici di bellezza (la Milano della moda e la Roma de “La grande Bellezza”), con due opere create ad hoc non solo per il posto in cui sarebbero state installate ma che rimandando anche al periodo storico che stiamo proprio in questi giorni vivendo.

In soldoni, quello che nelle due città è stato realizzato ed esposto è stato il cartonato di un albero di natale recante due scritte: “Bruttovski” su quello di Milano e “Bruttacchio” su quello di Roma. Nel primo caso si è trattato di una palese presa per i fondelli del discutibile albero di natale che ogni anno da cinque anni, da fine novembre a inizio gennaio, noi milanesi ci dobbiamo sorbire all’Ottagono della galleria Vittorio Emanuele a firma Swarovski: una cascata di lucine, brillantini, palline e diamantini che quest’anno è stato accesso nientepopodemenoche da una Belen Rodriguez impugnante una bacchetta magica (sic!). Bruttovski ha fatto il giro della metropolitana milanese, prendendo d’assalto la storica linea 1 che da sempre passa per le vie del centro.

Nel secondo caso, invece, la critica è giunta dritta dritta al sindaco Virginia Raggi, che l’anno scorso non ci aveva preso nemmeno sulla scelta dell’albero di natale per la città Eterna: Spelacchio, così i social avevano rinominato il povero alberello che facevo bella (beh..) mostra di sé in piazza Venezia, era infatti diventato famoso per le sue fronde particolarmente spoglie. Quest’anno l’albero natalizio romano si è rifatto il trucco, e la pentastellata prima cittadina ha chiamato niente meno che Netflix per assicurarsi che ci fosse qualche ago in più rami del povero pino sacrificato. Ma nemmeno un investimento di 376mila euro per 60 mila luci a led a basso consumo energetico e 500 sfere di color argento e rosso ha fermato i ragazzo di BRUTTO che, al contrario, hanno voluto dire la loro mettendo in piazza Bruttacchio.

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