L’attore teatrale Paolo Rossi la definirebbe “un po’ molto incazzata”. E MissMe ha (ri)dato prova di esserlo a Bologna, dove la premiere art vandal (così definita da Vice nel 2016) ha chiuso, quasi un mese fa, un intervento al vetriolo assieme alla locale CHEAP: nella capitale emiliana, infatti, l’artista di Montreal ha realizzato un progetto di 150 metri in viale Masini (sullo stesso muro su cui, in passato, si erano già cimentati MP5, Vinz Feel Free, 2501, Hyuro, 108, Alberonero) con una serie di poster e claim tipici della sua espressione dura, artistica e femminista. Oggi, il team ha buttato fuori il video di quei giorni: eccolo!
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Di lei conoscevo pochissimo, se non i tanti lavori che da anni realizza in strada sotto forma di paste up e sul tema del genere, del corpo delle donne, del potere e
dell’abuso del potere maschile, della violenza. Questa volta, in collaborazione con CHEAP, MissMe ha deciso di lavorare con Benedetta Bartolucci aka Redville a un progetto di fortissimo impatto visivo e contenutistico: su uno sfondo rosso sangue, infatti, si susseguono i corpi delle “vandals” e i poster tipografici con i claim che l’artista ha utilizzato negli anni per accompagnare i suoi attacchinaggi spesso illegali.
Niente finti corpi sinuosi progettati per il piacere maschile, ma donne (pensate a sua immagine, almeno per il passamontagna che la contraddistingue) incazzate, con i seni di fuori e il volto coperto, urlanti e provocatrici con lo spettatore disposto a sostenere lo sguardo fisso di chi ha qualcosa da dire. Niente frasi rassicuranti, le stesse alle quali la pubblicità paternalistica ci ha abituati, ma solo frasi secche e disturbanti quali “don’t blame women for the misbehavior of MEN”, “It’s not me, it’s YOU”, “FUCK your judgment” fino al mio preferito “I didn’t came from your rib, you cam from my VAGINA”.
A questi si aggiungono poster in italiano come “sui nostri corpi, sulla nostra salute, sul nostro piacere DECIDIAMO NOI”, da uno striscione del movimento Non Una Di Meno, e il poster “TACI, ANZI PARLA”, citazione di un libro di Carla Lonzi. E non è un caso che, proprio attorno a questa citazione, l’annuale Festival della Violenza Illustrata (partner di CHEAP per il progetto con MissMe) tematizza l’edizione 2018 nel tentativo di ricondurla al dibattito che ha dato vita al MeToo movement:
“In questa chiave – raccontano gli organizzatori – si legge anche l’intervento di MissMe curato da CHEAP, come riappropriazione femminista di spazio e di parola nello spazio pubblico e come contributo al discorso pubblico: le “Vandals” di MissMe rivendicano questa riappropriazione, rivendicano il diritto di agirla con rabbia, senza sconti, senza buone maniere, senza alcun sorriso, avendo disimparato la lezione, essendosi rieducate sulla base di una nuova premessa – FUCK your judgment”.
E proprio grazie a CHEAP ho avuto modo di porre qualche domanda a MissMe, non solo sulla sua vita ma anche sul suo operato e sull’idea che si è fatta nel tempo (e da outsider) sul mondo della Street Art.
Perché hai deciso di interrompere un lavoro “normale” e iniziare la vita della strada?
Non posso darti una risposta semplice a questo interrogativo, diciamo solo che non potrei più vivere la mia vita ignorando i miei valori e le mie convinzioni personali.
Come si diventa un premiere art vandal?
Ignorando tutti e concentrandosi solo sul loro disagio emotivo per creare un’arte di guarigione LOL.
Perché usi i paste up/i poster?
Perché non so usare lo spray e anche perché il mio lavoro è molto dettagliato e quindi farlo dal vivo, per le strade, in strade molto trafficate di notte, significherebbe essere fottuti.
Perché hai scelto un’arte politicamente e socialmente impegnata e non “art for art’s sake”? L’arte deve sempre essere politicamente e socialmente impegnata?
Non ti dirò cosa dovrebbe essere l’arte in quanto l’arte viene costantemente ridefinita. Ma so che l’arte che parla e nasce da una realtà sociale è l’arte da cui mi muovo e l’unica arte che so creare.
Cosa pensi della Street Art oggi? È frivola, autocelebrativa o ha (ancora) dei valori?
Penso che ci siano troppi tipi diversi di creazioni visive che mettiamo insieme sotto un’unica parola per definirla. Quindi la “Street Art” è troppe cose contrastanti per essere una di queste. Probabilmente può essere qualsiasi cosa a seconda dell’artista che la sta producendo.
Perché un segno riconoscibile come il passamontagna con le orecchie, quando in realtà il passamontagna dovrebbe nasconderti?
E’ diventato un oggetto riconoscibile con il tempo, e con il fatto che tutti l’hanno visto e identificato con me, ma non l’ho mai pensato perché potesse diventare riconoscibile.
Non ho mai capito cosa sia il femminismo: cos’è il femminismo, secondo te?
“Una persona che sostiene la convinzione che le donne dovrebbero avere gli stessi diritti e opportunità degli uomini” (donne, ma in realtà tutti i sessi).
Qual è stata la reazione della città di Bologna dopo la tua ultima azione con CHEAP?
Ho avuto un feedback incredibile che, tuttavia, non è ancora finito. E credo che solo il tempo dirà se è stato complessivamente percepito come positivo!