Era gennaio e nel freddo di un luogo che stava ancora costruendo la propria identità ci siamo chiesti: “Quali potrebbero essere le persone che meglio rappresentano il Tempio del Futuro Perduto?”.
La risposta non è stata facile ed è nata non solo da un lungo brainstorming ma anche da una più ampia considerazione sul luogo in cui ci trovavamo: non (solo) uno spazio degradato perché abbandonato a sé stesso, non (solo) un deposito di marmi riccamente intarsiati del vicino Cimitero Monumentale, ma anche (e soprattutto) un luogo di rinascita dedicato a tutti quei giovani cui, per mille più uno motivi, è stato rubato il futuro, le velleità, le speranze.
Da qui, dunque, sono usciti alcuni nomi (come Carlo Giuliani, Federico Aldovrandi, Stefano Cucchi, Giuseppe Uva, Andrea Soldi, Sara di Pietrantonio), ad alcuni dei quali sono stati intitolati interi spazi interni al Tempio. Ma ci sono due nomi, due persone, ai quali il mio pensiero spesso vola e che mi sarebbe tanto piaciuto vedere in quel luogo: si tratta di Giulio Regeni e di Valeria Solesin, morti all’estero per mano di folli menti mentre facevano qualcosa in cui credevano, che studiavano e che volevano. Potete dunque immaginare il mio (piacevole) stupore quando sono venuta a conoscenza del fatto che questi due giovani, che sento a me molto vicini, sono stati scelti dai ragazzi del Tempio per essere ritratti sotto forma di murales proprio nel cortile d’onore.
Stupore doppio quando ho saputo che a rappresentarli sarebbero stati Rosk e Loste, i due ragazzi siciliani che in più occasioni hanno dimostrato la loro bravura e capacità tra rappresentazioni figurative e graffiti in giro per l’Italia e l’Europa. Proprio loro, in questi giorni, stanno lavorando alla realizzaizone dei volti di Giulio e Valeria negli spazi del Tempio. Imperdibili, ma non per tutti: pare infatti che un rappresentante del Comune, entrato di prepotenza nel Tempio, manco abbia riconosciuto i soggetti rappresentati da Rosk e Loste.