Chi non si ricorda la celeberrima “banana” di Andy Warhol sulla copertina del primo disco dei Velvet Underground, inserita dalla rivista di musica Rolling Stones nella lista delle “100 migliori copertine della storia”? Eppure forse non tutti sanno che anche Keith Haring, Jean Michel Basquiat, Phase2, Rammellzee e i più recenti Banksy, JR e Obey sono stati autori delle cover di dischi di cui, spesso, hanno seguito anche la produzione. Non è un caso: il legame tra arte e musica è assolutamente indissolubile, specie nella cultura Hip Hop (e poi anche in quella più vicina alla Street Art) in cui non è permesso conoscere una disciplina ed essere all’oscuro dell’altra. Così, a documentare la stretta unione tra le due pratiche con pezzi quasi introvabili è la mostra “Street Vinyls”, dal 4 marzo al primo aprile alla Square 23 Art Gallery di Torino.
Una mostra realizzata in collaborazione con Xora che promette di esplorare il mondo dei dischi d’autore grazie a una collezione che spazia tra i lavori artistici sulle copertine di vinili di grandi artisti e band cult degli ultimi 30 anni. Ma le opere non rimarranno in esposizione: i collezionisti potranno infatti vedere e acquistare dischi rari e copertine d’autore. Della mostra ne ho parlato con Davide Loritano, curatore della mostra e direttore della Galleria.
Come nasce l’idea della mostra?
Siamo ben consapevoli che, ormai, anche nel campo della nostra amata Street Art e del nostro amato Writing gli artisti di un certo calibro hanno lavori battuti in aste a prezzi esorbitanti. Tutto l’intero genere si è trasformato da arte libera aperta a tutti ad arte per pochi, nel senso che pochi se la possono permettere. La nostra idea è stata dunque quella di spezzare con la tradizione delle grandi mostre per farne una un po’ particolare che facesse sì che la gente si interessasse al collezionismo ma che, allo stesso tempo, gli permettesse di guardare opere d’arte a tutti gli effetti e a prezzi accessibili (per esempio, ci sono edizioni particolari e belle che vendiamo tra i 50 e i 100 euro e che tra qualche anno aumenteranno di valore). È una cosa molto carina e stuzzicante per un certo tipo di pubblico e poi sia Writing sia Street Art sono arti di strada che hanno un connubio molto stretto con la musica, rap ed elettronica in particolare: molti di questi artisti sono coproduttori di album e di canzoni!
Quali opere saranno esposte?
Ci saranno sia originali sia riproduzioni (che sono in realtà nuove edizioni a prezzi più contenuti). Per quanto riguarda il Writing abbiamo: Jean Michel Basquiat per “Frist Record” dei “The Offs”, Keith Haring per “Let’s Dance” di David Bowie (la versione originale dell’84), una collaborazione tra Basquiat e Rammellzee, Kaws per l’album “808s & Heartbreak” di Kayne West (con la versione con le mani che tengono il cuore, ancora più ricercata) di cui abbiamo anche il merchandising, Futura 2000 con 4 diverse copertine e Phase2 (disco originale dell’84 in perfette condizioni). Per quanto riguarda la Street Art, invece, abbiamo: Banksy (sul quale abbiamo fatto una ricerca enorme per 40/45 dischi, tra cui rats con stencil su carta con 100 esemplari per un costo tra 15 e 16mila euro, diversi dischi che i Blur gli hannochiesto come “Think tank” e “Good song”, i dischi dei Dirty Funker con topo, volto di Kate Moss bendata con tiratura a 500 esemplari e volto completo con edizione 300 esemplari), Space Invader (un disco a tiratura di 500 esemplari) più due mosaici kit e un disco molto particolare di Rauschenberg per la copertina di “Talking heads”. Tra le chicche, il cd di Paris Hilton che Banksy rubò dagli scaffali di uno store, modificò e rimise sugli scaffali affinchè la gente ignara lo acquistasse (addirittura molti se lo fecero cambiare perché non gli piaceva), una serie di lavori originali che tengono in galleria, come quelli di JR, Dface per Lady Gaga e Mr Brainwash per Madonna, lo sketch book di Blu composto da un cd con tutti i suoi video e una serie di serigrafie originali firmate numerate da lui, oltre al suo ultimo sketch book uscito con 50 disegni in 10 anni (2006 – 2016), mentre di Obey abbiamo l’album “Little Lions”, 45 giri numerato e firmato corredato di Artist Proof che ci ha inviato l’artista in persona e che abbiamo solo noi.
Come è stata effettuata la ricerca e quanto è durata?
La ricerca è iniziata sui social network e sui siti di musica, anche se ha giocato a nostro favore il fatto che lavoro in questo campo da tantissimo: abbiamo cercato dischi tramite le mie conoscenze e il passaparola tra collezionisti soprattutto in Francia. La ricerca è durata 6 mesi in totale.
Quali sono le tue opere preferite?
[Ride] Sicuramente sono molto legato al fatto che Shepard Fairey abbia mandato direttamente a noi le sue A/P, si è esposto di persona e a questo tengo molto. Se poi invece dobbiamo fare un discorso più legato all’esteticità dell’opera, beh allora ti dico le copertine di Futura2000, più che mai attuali.