Paratissima XII, il racconto per immagini

di anotherscratchinthewall

Arte bella, arte giovane, arte alle stelle. Si presenta così la dodicesima edizione di Paratissima, che quest’anno ha scelto il tema “To the stars”: come anticipato, oggi ho visitato l’intero spazio che, come ogni anno, Torino Esposizioni le dedica, realizzandone qualche scatto che trovate più sotto.

Girando per le sale dell’imponente palazzo progettato da Sottsass e Nervi l’idea che mi sono fatta è che se l’intento dell’evento off di Artissima è sempre stato quello di guardare avanti, quest’anno gli organizzatori si sono superati e sono arrivati fino nello spazio, dove  hanno saputo scovare quelle stelle che brillano e che saranno gli artisti di domani. Non dimentichiamo infatti che gli artisti di Paratissima sono i creativi (pittori, scultori, fotografi, illustratori, stilisti, registi, designer) emergenti, che non sono ancora entrati nel circuito ufficiale dell’arte, e i nomi affermati che desiderano mettersi in gioco in un contesto dinamico rivolto ad una vasta platea.

Ecco dunque che nelle sezioni principali (design, fashion, fotografia, giovani gallerie di arte contemporanea e street artist) le gallerie e le opere selezionate sono di altissimo livello qualitativo: provenienti dall’Italia e dall’estero, giovani o meno giovani, i creativi di Paratissima non annoiano lo spettatore, fondendo tecniche diverse, medium diversi e permettendo allo spettatore di non annoiarsi mai.

A sostegno della mia tesi aggiungo un aneddoto che ho trovato tanto spiacevole quanto interessante: tra le sezione Aula WKS e quella dedicata a design e fashion c’è un lungo corridoio che espone opere vicine al linguaggio della Street Art ma che, al contrario di quest’ultima, non sono su muro o realizzate con bombolette spray. Tra loro c’è l’opera “A-Diòs [lavado de conciencia]” (che, tradotto, è “A(d)DIO [lavaggio di coscienza]”), una tecnica mista su tela dell’italo argentino Javier Scordato (lo stesso che nel 2015 era stato al centro delle polemiche, sempre a Torino, avere realizzato un dittico che raffigurava i due marò, Latorre e Girone, nei panni di due madonne armate e calpestanti due teschi grondanti sangue). Nell’opera in mostra a Paratissima l’artista  raffigura papa Francesco nelle vesti di un mocio Vileda celeste intento a ripulire dei teschi: sono i cadaveri dei desaparecidos dell’America Latina, sulla scomparsa e l’uccisione dei quali il Vaticano non ha mai dato chiarimenti. Ebbene, proprio come nelle migliori tradizioni di strada l’opera è stata sfregiata: non con un cross ma, trattandosi di una tela, con un taglio. La risposta, al pari del Writing, non si è fatta attendere. Il resto lo dicono le immagini che pubblico.

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