Prendete una città del profondo sud, aggiungete un festival di Street Art e avrete ottenuto la seconda edizione del Ragusa FestiWall. Una kermesse, la prima a trattare l’arte pubblica nel punto più meridionale d’Italia, che è nata nel 2015 nella terra barocca del Val di Noto e che, qui, ha ridato colore alla parte più moderna e grigia della città, i cui monumenti sono tutelati dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità.
Tante le novità di quest’anno, a partire dai nomi degli artisti invitati: dal 6 al 18 settembre dipingeranno per le strade ragusane Agostino Iacurci, unico italiano del gruppo, dallo stile geometrico e inconfondibile, la spagnola Hyuro con le sue opere di forte impegno sociale, il tedesco SatOne, voce autorevole del “Graffuturismo Europeo”, l’onirico australiano Fintan Magee, capace di fondere sogno e realtà e, per la prima volta in Italia, Evoca1, uno dei massimi esponenti del figurativo iperrealista.
Meta di questi artisti sarà il quartiere soprannominato “Selvaggio”, zona periferica della città e densamente popolata dall’edilizia popolare. Saranno infatti proprio le grandi facciate di questi edifici a trasformarsi in tele da museo: come già per altre città italiane, anche a Ragusa il quartiere oggetto di intervento è un’area che ospita diverse strutture sportive della città ma dove ancora è forte la frattura generata dall’edilizia popolare. La zona, spiegano gli organizzatori, è stata interessata negli anni ‘80 da una speculazione che ha disegnato un discutibile scenario urbano costellato da grandi edifici residenziali sinonimo di “degrado urbano” ed esempio di periferia poco utilizzata negli eventi della città. Qui FestiWall porterà l’arte in tutte le sue forme e a tutti i suoi livelli, con il doppio binario dei tre workshop aperti al pubblico e dell’Open call Dis/fare rete per artisti, chiamati a concorrere per giocare un ruolo nella realizzazione di un muro collettivo.
Novità anche nell’allestimento, che quest’anno si svolgerà presso un quartier generale collocato nel quartiere: un “bene comune” non ancora assegnato e che l’associazione Pandora, promotrice dell’evento, vuole rivitalizzare per portarlo a conoscenza della cittadinanza. Si tratta di un edificio comunale, che presterà la facciata esterna all’arte e quell’interna alla socialità attraverso mostre e concerti, tra cui “La scelta errata”, mostra che il milanese Johnny Cobalto dedica ai vizi capitali, e i concerti Same Brushes del jazzista Gianni Gebbia e di Stokka & MadBuddygruppo storico dell’Hip Hop italiano. Chiusura in grande con il closing event affidato a Sound Butik, il 17 settembre.
Voglio però concludere questo articolo di presentazione con le riflessioni che la responsabile della comunicazione (oltre che cara amica) di FestiWall ha fatto dell’intera kermesse. Ecco come (magistralmente) Amelia ha dipinto la due settimane: “Ragusa è patrimonio dell’umanità tutelato dall’Unesco, culla del Barocco e set del Commissario Montalbano. La periferia pare tipo Seregno, ma in dialetto siciliano. La periferia scelta è fatta al centopercento da case popolari: non si tratta naturalmente di ghetti, perché siamo la provincia babba di cui parlava Sciascia (non abbiamo storicamente mai avuto la mafia, per dire. E nemmeno i poveri. Siamo la città più ricca di Sicilia, per quel che può valere. Oltre che il capoluogo più meridionale d’Italia, mio sommo motivo di vanto). Siamo siciliani, quindi facciamo un casino. Lo scorso anno i proprietari dei palazzi alla fine hanno invitato gli artisti a pranzo, ché noi misuriamo l’affetto in melanzane fritte. Lascia stare, non si può capire.
Lo scorso anno – e anche quest’anno – è partito un movimento dal basso, insieme al festival, che ha coinvolto una trentina di ragazzi, che, su base volontaria, si sono messi a disposizione per portare i colori, lavare i pennelli, insozzarsi dalla testa ai piedi. Una mia camicia bianca, per esempio, rimarrà per sempre a pois blu. Con mia grande gioia. L’eco è stata internazionale. In un solo anno annoverato tra i dieci migliori festival d’Italia, e uno dei muri tra i più belli del mondo. E nel frattempo, io mi sono innamorata di uno degli artisti. Ma lui non lo sa. Quest’anno, inoltre, l’evento è diviso in due fasi: una prima settimana di lavori, dedicata proprio alla messa in opera dei dipinti, e una seconda settimana dedicata a concerti e mostre, tra cui quella del milanese Cobalto, che è stata pensata ad hoc per il FestiWall.
L’ultima chicca è fresca di conferma. L’artista spagnola Hyuro, unica donna del gruppo e molto interessata alle tematiche politiche e a quelle femminili, ha scelto di rendere omaggio con la sua opera a Maria Occhipinti, una donna ragusana che durante la guerra aveva ideato una sorta di movimento pacifista e anarchico, e al grido di “Non si parte” bloccava i camion che rastrellavano ragazzi in età da leva militare parandosi davanti a loro sulla strada con il suo pancione di cinque mesi. Ricorre quest’anno il ventennale della sua morte. Una storia piccola, certamente, ma che può essere attuale in questi tempi di guerra diffusa”.