War, Capitalism & Liberty: tutta la disobbedienza di Banksy per la prima volta in Italia

di anotherscratchinthewall

Dopo il maestoso intervento al waterfront del porto di Catania con l’opera di Vhils, la Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo torna alla ribalta con una mostra destinata a fare parlare molto di sé. Si tratta di “War, Capitalism & Liberty”, la prima monografica italiana (ma non riconosciuta dall’artista) delle opere di Banksy, al Palazzo Cipolla di Roma da oggi al 4 settembre prossimi.

A essere esposte, con la curatela di Acoris Andipa, Stefano Antonelli e Francesca Mezzano, saranno le opere dell’artista di Bristol provenienti da collezioni private di prestatori da tutto il mondo: un mix di dipinti originali, stampe, sculture e oggetti rari, molti dei quali mai esposti in precedenza, che raccontano come l’artista legga in modo critico gli avvenimenti sociali e politici internazionali. Guerra, capitalismo e libertà diventano così i temi di maggiore interesse, come dimostrano la serigrafia di alcune scimmie che dichiarano “Laugh now but one day I’ll be in charge” o l’immagine di “Kids on guns”. Molti anche i supporti presentati, dalla pittura su tela, alle serigrafie, le sculture, le grandi installazioni, fino alle scenografie animate in cui ha coinvolto anche animali viventi.

Gli organizzatori fanno sapere che non è le prima volta che viene realizzata una mostra su Banksy: tutto inizia a Bristol nel 2000 al Severn Shed, mentre nel 2002 Banksy espone alla 33 1/3 Gallery di Los Angeles e l’anno seguente è incaricato di disegnare due copertine all’album Think Tank dei Blur. Nell’estate 2009 si “impossessa” del Bristol Museum & Art Gallery con una mostra che ha attratto oltre 300.000 visitatori e ha poi realizzato il film documentario “Exit Through The Gift Shop”, ottenendo una nomination agli Oscar. Nel 2013 realizza un progetto situazionista a New York chiamato “Better Out Than In”, vendendo le sue tele su una bancarella per 60 Dollari l’una ai turisti, mentre nel 2015 apre Dismaland, il parco divertimenti da lui rinominato “Bemusement Park”. Nello scorso dicembre Banksy ha poi deciso di trasferire le strutture di Dismaland a Calais per ospitare i rifugiati. In questa occasione ha prodotto una serie di murales, tra cui “The son of a migrant from Syria” che raffigura Steve Jobs.

A oggi, nessuna galleria rappresenta in maniera esclusiva Banksy.

“La mostra sull’artista noto come Banksy, che portiamo a Palazzo Cipolla grazie alla 999 Contemporary, è un’iniziativa di grandissimo respiro”, ha detto Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo. “È la prima volta – ha aggiunto – che così tante opere di questo personaggio vengono esposte in un museo. Si tratta di un corpus di circa 150 opere (incluse 50 copertine di dischi) tra sculture, stencils e così via, tutte rigorosamente di collezionisti privati e, dunque, assolutamente non sottratte alla strada”.

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