Gli uomini di Catania e i pescatori di Palermo. Due belle storie per concludere il 2015

di anotherscratchinthewall

Finire l’anno in bellezza è uno di quegli obiettivi che ci poniamo quasi sempre a qualche ora dai festeggiamenti della mezzanotte. Non tutti ci riusciamo, ma negli ultimi giorni ho trovato la “mia” bella storia con cui chiudere, e bene, questo bizzarro 2015. Si tratta, in realtà, di due storie, vicine per l’intento ma anche dal punto di vista geografico: entrambe sono successe in Sicilia, ma mentre Alexandre Farto in arte Vhils assieme alla fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo hanno lavorato al porto di Catania, Collettivo FX e I mangiatori di patate hanno fatto un altro intervento in un piccolo porticciolo di Palermo.

Ma andiamo con ordine.

A Catania, storico approdo per diverse culture, etnie e religioni, la fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo ha voluto celebrare questa antica funzione cittadina realizzandovi il più grande dipinto murale al mondo, alto come un palazzo di dieci piani e largo come un campo da calcio. A dipingerlo è stato il portoghese Alexandre Farto, in arte Vhils, nato e cresciuto a Lisbona: è stato lui a riqualificare il waterfront del porto di Catania dipingendo sugli otto silos granari in cemento il ritratto di un uomo che guarda il mare. La scelta dell’iconografia, spiegano dalla fondazione, è stata dettata dalle parole di un vecchio pescatore: “Guardando il mare la felicità diventa un’idea semplice”. L’uomo ritratto posa così il suo sguardo su tutto il Mediterraneo verso l’Oriente, abbraccia la Grecia, Cipro, la Turchia, l’Egitto, la Siria, la Giordania, Israele, il Libano, le terre da dove sono partiti i popoli che hanno fatto la Sicilia. La speranza é che gli uomini sappiano che al di là di guerre e odi esiste un ponte che tutti, se vorranno, potranno attraversare. Prova né è che lo stesso Vhils realizzerà in Libano una seconda opera, complementare alla prima, edificando così un ponte immaginario attraverso il Mediterraneo. Ma oltre all’opera pubblica, la fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo ha voluto che proprio la città di Catania fosse la prima tappa di una mostra inedita sulla storia e l’origine della street art e che girerà l’Europa nei prossimi mesi. La mostra in questione si intitola “Codici sorgenti – visioni urbane contemporanee” ed è stata realizzata a Palazzo Platamone da 999Contemporary. Dai mostri sacri del graffitismo nella New York degli anni ’80 ai più importanti esponenti della street art di nuova generazione, la mostra è un’antologia delle opere che gli artisti di questo genere hanno realizzato negli ultimi 30 anni. Divisa in tre sezioni che raccontano la nascita, lo sviluppo interattivo e la consacrazione del fenomeno, “Codici sorgenti” espone le opere dei “mostri sacri” C215, Ericailcane, Eron, Invader, JR, Peeta, Rammellzee, Shepard Fairey e Sten&Lex, provenienti da importanti collezioni private internazionali.

A Palermo, invece, accade che due artisti che hanno appena iniziato a dipingere vengano visti da un gruppo di pescatori della zona e, contro ogni aspettativa, vengano da questi ultimi arruolati per dare colore alle pareti della loro cooperativa. È quanto successo a Collettivo FX e a Luca, che in arte si firma I mangiatori di patate: “Circa un mese fa – spiega Collettivo FX – ero in giro per Palermo con Luca e cercavamo un posto per pittare: dopo un’ora abbiamo trovato degli spartitraffico di cemento in un piccolo porticciolo di Palermo e abbiamo iniziato a dipingerli”. “Antonio, pescatore in pensione di 70 anni, ci ha visti – prosegue Luca – e ci ha detto qualcosa in palermitano strettissimo: anche io che sono di qui ho fatto fatica a capire e quasi temevamo che ci stesse cacciando via. In realtà ci stava chiedendo di ridipingere il magazzino della cooperativa di pescatori Opa”. Tornati sul posto alcuni giorni dopo, i due hanno iniziato a lavorare: “La cosa bella – continua Collettivo FX – è che la raffigurazione è nata con i pescatori: ci hanno raccontato le loro storie, la vecchia pesca a caccia con gli arpioni, ci hanno fatto vedere le foto delle loro barche”. “ E così, al suono di “niente vogghio, niente chiedo”, – gli fa eco Luca – abbiamo deciso di dipingere i pesci e Sant’Erasmo, protettore dei pescatori e santo a cui è intitolata la cooperativa. Mentre lavoravamo molti ci portavano arancine e cannoli, i bambini hanno dipinto con noi e siamo diventati parte della loro comunità: nessuno poteva dirci nulla”. Un modo bello e intelligente di considerare la riqualificazione urbana: “Quello che abbiamo fatto a Palermo – spiega Collettvo FX – rispecchia il mio metodo di lavoro negli ultimi tempi: vado in luoghi degradati e chiedo se i passanti hanno voglia di raccontarsi. Da qui nasce un progetto condiviso, come quello che ho realizzato con altri artisti poco tempo fa al quartiere San Birillo di Catania: assieme a trans e prostitute abbiamo deciso di dipingere la loro spiritualità, con santi e simboli religiosi. È una modalità che ti fa vivere i posti in modo bello, e che tutti i comuni italiani dovrebbero adottare”. È d’accordo con lui Luca: “La riqualificazione urbana è troppe volte intesa in senso istituzionale, sbandierata con un’opera che è presto un manifesto. Bisogna invece entrare nel progetto e diventare parte della comunità: sarà la prima a proteggerti”.

Leggi anche:

1 commenta

War, Capitalism & Liberty: tutta la disobbedienza di Banksy per la prima volta in Italia | Another Scratch In The Wall 24 Maggio 2016 - 09:24

[…] il maestoso intervento al waterfront del porto di Catania con l’opera di Vhils, la Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo torna alla ribalta […]

Rispondi

Lascia un commento